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Etiopia, la strategia del Tigray Oromia per sconfiggere Abiy Ahmed Ali

L’alleanza militare stipulata la scorsa settimana dall’esercito regolare del Tigray (TDF) e il movimento di liberazione Oromo Liberation Army (OLA) è un inequivocabile segno che le forze democratiche etiopi vogliono accelerare la fine del conflitto civile nazionale tramite la liberazione del paese e la destituzione del regime nazionalista del Prosperity Party.

L’alleanza militare è il preludio anche di un futuro governo di unità nazionale. Il Tigray People’s Liberation Front (TPLF) partito al governo in Tigray e il Oromo Liberation Front (principale partito di opposizione in Oromia) stanno in questi giorni discutendo tutti i dettagli per un’alleanza politica in grado di istaurare un governo di transizione dove tutte le componenti politiche nazionali siano rappresentate, ad esclusione della leadership estremista Amhara e del Prosperity Party di Abiy.

Secondo indiscrezioni il governo di transizione avrebbe il compito di occuparsi della ricostruzione nazionale post conflitto, ristabilire l’ordine democratico e la stabilità nella regione del Corno d’Africa. In un primo momento l’attuale sistema federale (messo in atto dal TPLF negli anni Novanta) verrà mantenuto seppur apportando modifiche migliorative che donino maggior autonomia alle singole regioni. In un secondo tempo si darà la possibilità ai vari popoli che compongono la federazione di scegliere se rimanere all’interno o imboccare la strada dell’autodeterminazione e scissione.

Questa seconda opzione non è gradita agli alleati delle forze democratiche etiopi, in primis: Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna. Le tre potenze occidentali identificano nella Federazione l’unica garanzia di stabilità nazionale e regionale. Un Etiopia smembrata in piccoli Stati creerebbe solo caos e ottime possibilità di infiltrazioni terroristiche dalla Somalia, l’importazione dei conflitti etnici sud sudanesi nella vicina regione etiope di Gambella, eventuale guerra tra Sudan e la regione Amhara e uno stato permanente di conflittualità territoriale tra i principali gruppi etnici etiopi: Amhara, Oromo, Tegaru.

Se è prematuro parlare ancora di un’alleanza politica, quella militare si basa su una chiara strategia di accerchiamento degli ultimi baluardi ancora in mano alla dirigenza fascista Amhara e al Signore della Guerra: Abiy: la regione Amhara e la capitale Addis Ababa.

La liberazione della città Amhara di Woldjia da parte dell’esercito regolare tigrino, rappresenta un duro colpo per la resistenza dei federali e delle milizie Amhara. Secondo le dichiarazioni del comandante del 3° battaglione della divisione Ahiferom – TDF, la conquista di Woldjia sarebbe stata molto facile. Un’affermazione dubbiosa in quanto giungono rapportiindipendenti che sottolineano una aspra resistenza delle forze federali e milizie Amhara. Woldjia sarebbe stata liberata dopo durissimi combattimenti durati settimane.

Attualmente la guerra civile nella regione dell’Amhara si è spostata nelle zone a sud della città di Gondar: Gayint, Farta e Guna e nelle zone nord: Korem Alamata, Kobo, Mekit Gashenae Guba Lafto. L’attuale obiettivo del TDF è di assumere il controllo di Debre Tabor e bloccare l’asse stradale di Humerache collega la città di Gondar e la capitale dell’Amhara: BahirDar.

La liberazione di Gondar e Bahir Dar è di vitale importanza e potrebbe far terminare la guerra civile in atto evitando un’eventuale sanguinaria e orribile battaglia urbana ad Addis Ababa. Proprio per raggiungere questi obiettivi e stabilizzare nuovamente il paese, le forze di liberazione Oromo del OLA stanno avanzando nella loro regione concentrandosi sull’unico corridoio rimasto aperto nel paese per non essere isolato dal resto della regione: l’autostrada di Moyale che collega l’Etiopia al Kenya. L’autostrada lunga 500 chilometri, che fa anche parte del progetto Trans African Highway, è stata inaugurata il 9 dicembre 2020 dal presidente keniota Uhuru Kenyatta e il primo ministro etiopico Abiy Ahmed. L’autostrada ha permesso l’Etiopia, senza sbocco sul mare, un ulteriore accesso ai porti, in questo caso quello di Lamu. L’Etiopia ha per decenni è statadipendente dal vicino Djibuti per il suo commercio import export.

Sabato scorso i leader militari del OLA hanno dichiarato la loro intenzione a bloccare questo corridoio per accelerare il cambiamento di regime. Unità ben addestrate e armate del OLA stanno rapidamente avanzando sul fronte meridionale dell’Oromia dove è ubicata l’autostrada di Moyale. Le forze sono concentrate su questo obiettivo mentre il fronte occidentale in Oromia vede un rallentamento dell’offensiva Oromo. Come secondo obiettivo il OLA sta cercando di ottenere il pieno controllo della zona di Borena.

Durante le ultime due settimane il OLA ha preso il controllo e ha chiuso tre principali corridoi di approvvigionamento che collegano l’Oromia con la regione Amhara in supporto allo sforzo militare compiuto dagli alleati Tegaru che stanno combattendo quello che resta dell’esercito federale e le unità miliziane Amhara.

Giovedì 12 agosto, il Premier Abiy (tramite il suo portavoce, Billeno Seyoum), ha informato che è in corso una contro offensiva per fermare l’avanzata del Oromo Liberation Army. Prima dell’alleanza con il TPLF, il governo centrale non menzionava il fronte Oromia come se il OLA non esistesse. Anche all’estero rari i giornalisti che in questi 10 mesi di guerra civile su tutto il territorio nazionale menzionavano il fronte dell’Oromia, parlando solo del Tigray. Segno evidente che in un qualche modo, persisteva una sudditanza culturale, farcita da celate simpatie, verso il Premio Nobel per la Pace.

Abiy ha anche promesso l’ennesima offensiva per distruggere il TPLF affermando che metterà in campo un milione di soldati. Nonostante tutti gli sforzi compiuti per convincere la popolazione a difendere il suo diritto di dominio sul paese, Abiy fino ad ora non è riuscito a mettere in campo forze sufficienti per contrastare TDF e OLA. Il milione di soldati federali è ormai diventato una barzelletta da raccontare mentre si sorseggia il Bunna.

La maggior parte delle forze federali e regionali sono concentrate nella difesa della regione Amhara. Ieri, GizachewMullenh, capo dell’ufficio comunicazioni dell’Amhara ha informato i giornalisti etiopi che il governo regionale è impegnato a combattere con tutti i mezzi e le forze disponibili per bloccare l’avanzata dei “terroristi” Tegaru e dei terroristi “Shane”, dispregiativo usato per indicare l’esercito di liberazione Oromo.

Dopo essersi dilungato su una interminabile lista di presunti crimini commessi da TPLF e OLA, ovviamente senza presentare uno straccio di prova concreta, Mullenh ha accusato il TPLF di tentare di creare gruppi “terroristici” nella regione di Benishangual, Gambella e nei dintorni delle aree di confine con il Sudan. Ha inoltre affermato che le forze di difesa Amhara deporranno le armi solo dopo aver annientato il TPLF al fine di salvare la Nazione dal terrorismo Tegaru. Secondo Mullenhquesto è un dovere perentorio al fine che il popolo Amhara sia ricordato dalla storia per il suo eroismo e forza militare.

Seguendo la linea dei suoi dirigenti nazionalisti Amhara e del Premier Abiy anche Gizachew Mullenh ha apertamente minacciato tutti i giornalisti etiopi e stranieri complici della propaganda del TPLF e rei di diffondere sui media e sui social internazionali false notizie sia di vittorie militari che di crimini di guerra con l’obiettivo di distruggere la reputazione dell’Etiopia.

Gitachew ha affermato che l’esercito prenderà il controllo dei flussi di comunicazione della guerra in corso inviando le autorità locali a riportare chiunque stia diffondendo al pubblico informazioni inappropriate, sia esso un semplice cittadino, un attivista sociale, un giornalista o un gruppo di media.  Solo un Team di Comunicazione composto da militari e quadri del Prosperity Party avrà la prerogativa di raccontare gli eventi bellici a fine di offrire a livello nazionale e internazionale una “corretta” e “veritiera” informazione. Al personale dei media non autorizzato non sarà permesso partecipare a qualsiasi comunicato stampa o reportage di guerra.

Come il leader maximo in Addis Ababa, anche GizachewMullenh, a promesso un nuovo e potentissimo esercito, affermando che i giovani nelle città e campagne dell’Amhara stanno arruolandosi in massa. Un’affermazione che contrasta con le testimonianze sul campo che fanno notare accordi tra le comunità Amhara e i soldati del TPLF basati sull’impegno di non partecipare agli scontri armati in cambio di protezione delle loro vite e delle loro proprietà. Paradossalmente Mullenh fa appello a tutti i cittadini e agli etiopi della diaspora per una raccolta fondi per… sfamare i soldati federali e i miliziani Amhara.

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