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Etiopia, consigliere speciale ONU sulla prevenzione genocidi richiama alla pace e unità

Alice Wairimu Nderitu, Consigliere speciale delle Nazioni Unite per la prevenzione del genocidio del Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres, in un recente comunicato in cui discute il deterioramento dell’attuale situazione in Etiopia, esprime allarme per ciò che ha definito “violenza etnica” nel Paese e per le accuse di gravi violazioni delle leggi internazionali umanitarie e sui diritti umani nella Regione del Tigray ed in altre parti, comprese la Regione del’ Afar, Somalia, Oromia e Amhara.

Dall’ inizio della guerra scoppiata in Tigray il 3 novembre 2020 tra il governo centrale etiope e il TPLF – Tigray People’s Liberation Front, Alice Wairimu Nderitu ha dichiarato di continuare a ricevere segnalazioni di gravi violazioni ed abusi dei diritti umani, tra cui violenze di genere, reclutamento di bambini soldato, arresti arbitrari e uccisioni mirate su base etnica commesse da tutti  gli attori in gioco che sono andate ad intensificarsi anche in altre parti d’Etiopia.

Il Consiglere ha dichiarato disappunto anche sul’erosione dello stato di diritto ed ha impugnato e condiviso l’appello recente del Consiglio per i Diritti Umani che richiede l’immediata fine delle violenze e della violazione dei diritti umani in Tigray.

Alice Wairimu Nderitu ha condannato le dichiarazioni incendiarie utilizzate dagli odierni leader politici di governo e dai loro alleati. L’utilizzo di parole come “cancro”, “diavolo”, “erbacce” riferendosi ai “terroristi”, membri del partito TPLF ed al TDF, le forze di difesa tigrine: è uno strumento per fomentare l’odio tra le persone invece di richiamare alla pace.

L’ incitamento all’odio avvallato dalla condivisione sui social media, crea una tendenza drammatica, grave preoccupante, da monitorare che alimenta ulteriormente la polarizzazione etnica e divide l’ intera Etiopia.

“Tali dinamiche nell’attuale contesto socio-politico, caratterizzato da profonde tensioni etniche in tutto il Paese, costituiscono una pericolosa traiettoria nella direzione di un’ulteriore separazione delle comunità” ha aggiunto il Consigliere Speciale.

“Abbiamo visto, in molti luoghi del mondo, che la commissione di crimini atroci lungo le linee dell’identità è stata preceduta da incitamento all’odio e alla violenza” ha continuato.

Ha messo in luce che qualsiasi difesa dell’odio nazionale, razziale o religioso che costituisca incitamento alla discriminazione, all’ostilità o alla violenza è proibita dal diritto internazionale sui diritti umani, nonché dal diritto etiope.

Al vertice mondiale del 2005 tutti i capi di Stato e di governo hanno riconosciuto la loro responsabilità nel proteggere le popolazioni dai genocidi, dai crimini di guerra, dalla pulizia etnica e dai crimini contro l’umanità nonché dal loro incitamento.

Il Consigliere Speciale ha affermato: “Esorto il governo etiope ad assumersi le proprie responsabilità e a intensificare gli sforzi per prevenire un’ulteriore escalation di violenza e tensioni tra le comunità, che hanno raggiunto un livello senza precedenti. Questa responsabilità include il lavoro per la cessazione delle ostilità in corso.”

“È imperativo che i diritti di tutte le popolazioni dell’Etiopia siano rispettati, indipendentemente dall’etnia o dall’appartenenza politica”.

A tal proposito ha ribadito la sua dichiarazione del 5 febbraio 2021 rivolta alle autorità etiopi per istituire meccanismi come strumenti nazionali con cui poter affrontare le cause profonde della violenza a sfondo etnico, per poter costruire coesione nazionale e per la promozione di una riconciliazione affrontando anche la tematica riguardo all’incitamento all’odio.

Il consigliere speciale ha sottolineato che i responsabili delle violazioni dei diritti umani devono essere ritenuti responsabili. In caso contrario, aumenterà solo il rischio di crimini internazionali molto gravi che l’Etiopia ha l’obbligo di prevenire ai sensi del diritto internazionale.

Il consigliere speciale Alice Wairimu Nderitu ha anche invitato gli attori regionali e la comunità internazionale in generale a rafforzare gli sforzi per la protezione delle popolazioni vulnerabili in Etiopia.

Nel contempo ha esortato in particolare l’Unione africana a fornire l’assistenza necessaria per porre fine alla violenza etnica e ad intensificare gli sforzi per mitigare tutti i possibili rischi di crimini atroci.

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