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Etiopia, Abiy si reca in Turchia alla ricerca di droni da guerra

Al posto di incontrare l’inviato speciale americano per il Corno d’Africa: Jeffrey Feltman il Premier etiope ieri è volatod’urgenza ad Ankara per incontrare il Presidente Recep Tayyip Erdoğan. Feltman, snobbato da Abiy, è stato ricevuto dalMinistro degli esteri Demeke Mekonnen. Durante l’incontro Mekonnen ha rifiutato di parlare seriamente di pace, chiedendo agli Stati Uniti di condannare il TPLF per aver creato la guerra civile e di riconoscerlo come organizzazione terroristica.

Sull’incontro tra Erdoğan e Abiy sono trapelate solo notizie rilasciate dai comunicati stampa ufficiali. Il Presidente turco, ha sottolineato di attribuire grande importanza alla pace e alla stabilità in Etiopia, assicurando che Ankara continuerà a fornire tutti i tipi di sostegno ad Addis Ababa. La visita è stata concordata domenica 15 agosto durante un colloquio telefonico tra Abiy e Erdoğan. I dettagli del colloquio telefonico (durato oltre due ore) non sono stati resi pubblici.

In un’apparizione mediatica congiunta con Abiy, il Presidente turco ha sostenuto una risoluzione pacifica per il conflitto in Tigray, sottolineando che la pace e l’integrità territoriale dell’Etiopia è una importanza prioritaria per la Turchia. “Se la situazione si deteriora, tutti i paesi della regione saranno interessati”, ha affermato Erdoğan. Il Presidente turco ha inoltre informato di essere disposto a ricoprire il ruolo di mediatore tra Etiopia e Sudan per risolvere la disputa frontaliera che rischia di far scatenare una guerra regionale, collegata anche allo sfruttamento delle risorse idriche del Nilo e alla mega diga etiope del GERD.

Il Premier etiope ha ringraziato Erdoğan accennando a degli accordi di cooperazione firmati durante la sua visita. Accordi che non sono stati ben menzionati dalla controparte turca. “Grazie mille al Presidente Recep Tayyip Erdoğan per avere ricevuto calorosamente me e la mia delegazione. Gli accordi che abbiamo firmato sono un rafforzamento delle relazioni tra i nostri due paesi. Apprezzo il sostegno della Turchia in Etiopia e per la stabilità regionale” Questo il testo del Twitter pubblicato dal Premier etiope.

In Etiopia vi sono attive 200 aziende turche. Nonostante la guerra civile in atto, a partire dal 2021 gli investimenti turchi in Etiopia sono arrivati a 2,5 miliardi di dollari. Per Ankara l’Etiopia e l’Eritrea sono due paesi chiave per l’estensione dei commerci e delle zone di influenza politica della Turchia in Africa. Le relazioni di Ankara con l’Africa hanno guadagnatoslancio nell’ultimo decennio, stabilendo contatti di alto livello. Il Presidente Erdoğan ha espresso in varie occasioni che la Turchia vuole approfondire i suoi legami con le nazioni africane.

L’impegno della Turchia con l’Africa risale all’adozione di un piano d’azione nel 1998, ma le relazioni hanno davvero preso forma nel 2005 quando Ankara ha dichiarato l’Anno “Africa”. Alla Turchia è stata accordato lo stato di osservatore presso l’Unione Africana (UA) lo stesso anno. In una mossa reciproca, la UA ha dichiarato la Turchia suo partner strategico. Le relazioni tra il continente africano e la Turchia hanno guadagnano slancio dopo il primo vertici della cooperazione Turchia-Africa tenutosi nell’agosto 2008 nella capitale commerciale di Istanbul con la partecipazione di rappresentanti di 49 paesi africani. All’epoca la delegazione etiope era composta da esponenti del governo del TPLF che ricevettero da Erdoğan la stessa calorosa accoglienze e belle parole riservate ieri ad Abiy Ahmed Ali.

Indiscrezioni provenienti da ambienti diplomatici africani parlano di una precisa richiesta del Premier Abiy di acquistare almeno 20 droni da combattimento STM KARGU ideati e costruiti dalla azienda turca Defense Technologies Engineeringand Trade Inc. – STM. Questo piccolo drone portatile è stato progettato per la guerra asimmetrica e contro insurrezionale. Può essere controllato da un singolo personale in modalità automatica o manuale. Il STM KARGU può essere utilizzato contro obiettivi statici o in movimento grazie alla sua sofisticata capacità di elaborazione delle immagini in tempo reale e algoritmi di apprendimento automatico incorporati nel sistema di controllo in remoto. Il drone è capace di effettuare attacchi con picchiata ruotante difficile da individuare da parte della contraerea nemica. In alternativa può essere utilizzato come drone kamikaze.

I STM Kargu sono stati impiegati in Libia nel 2020 contro le forze di Haftar producendo seri danni, secondo un rapporto del gruppo di esperti del Consiglio di Sicurezza ONU in Libia, pubblicato nel marzo del 2021. Sarebbero anche stati utilizzati contro i guerriglieri Curdi in Siria. Con i droni turchi Abiy spera di rovesciare le sorti della guerra e fermare le avanzate dell’esercito regolare del Tigray nella regione Amhara e quelle del Oromo Liberation Army in Oromia.

Le continue vittorie riportate dai nemici stanno mettendo in seria discussione la possibilità di resistere del governo di Addis Ababa. Abiy Ahmed Ali, la dirigenza fascista Amhara e il Prosperity Party temono una sconfitta militare definitiva che li costringerebbe alla capitolazione e alla fuga. Impossibilitati a sedersi al tavolo della pace a causa dei crimini commessi e al cieco odio etnico, i dirigenti dell’attuale regime etiope cercano di resistere a tutti i costi, sperando nell’intervento dei droni turchi.

Se i STM Kargu avrebbero la potenziale facoltà di infliggere seri danni al TDF e al OLA, occorre, per il regime di Addis Ababa risolvere due serie problematiche prima del loro utilizzo. La prima è finanziaria e la seconda tecnica.

Anche se i STM Kargu offrono un costo relativamente competitivo sul mercato internazionale delle armi, ogni singolo drone non può essere venduto a meno di 1,5 milioni di dollari. Inoltre vi è da aggiungere i costi necessari per le attività in remoto che di media sono stimati a 6.000 dollari per singola ora di volo.

Costi proibitivi da sostenere per l’Etiopia che, fra pandemia Covid19 e lo sforzo bellico non possiede più riserve di valuta pregiata sufficienti per le normali attività di gestione del paese. Il Premier Abiy sperava di poter utilizzare i 339 milioni di dollari richiesti alla Cina per poter finanziare una contro offensiva finale per annientare le forze di difesa del Tigray e dell’Oromia.

Possibilità sfumata a causa del rifiuto del governo di Pechino e della Export-Import Bank of China di concedere tale prestito. La decisione di Pechino sarebbe stata condizionata da minacce informali del TPLF di non riconoscere alcun debito contratto dal Prosperity Party con paesi e istituzioni straniere durante il periodo bellico e dalla precaria situazione militare e politica in cui si trova il regime di Addis. Il Partito Comunista Cinese ha ordinato una revisione di tutti i debiti contratti fino ad oggi dall’Etiopia (sia dalla amministrazione TPLF che da quella del P.P.) per valutare il rischio di insolvibilità.

Fonti diplomatiche africane affermano a titolo privato che Abiy non ha alcuna possibilità di acquistare 20 droni da combattimento turchi se non quella di chiedere a Erdoğan una consegna dei droni senza pagarli in toto, ipotecando risorse minerarie e promettendo ulteriori sgravi fiscali alle aziende turche operanti in Etiopia. In alternativa un prestito sempre presentando come garanzia le risorse naturali etiopi.

Proposte che potrebbero essere accettate da Ankara ma che saranno attentamente analizzate per comprendere quali reali possibilità di vittoria ha il regime di Addis. Erdoğan è consapevole che se punta sul cavallo sbagliato potrebbe precludersi la possibilità di investimenti e sfruttamenti minerari in Etiopia a conflitto terminato.

Un’altra opzione sarebbe quella di ricevere un prestito dagli Emirati Arabi Uniti, coinvolti nella prima fase della guerra in Tigray (novembre 2020 – febbraio 2021). Fonti sicure affermano che il Premier Abiy abbia incontrato Tahnoun Bin Zayed, consigliere della Sicurezza Nazionale degli Emirati Arabi Uniti, presente ad Ankara nel momento della visita di Abiy. Bin Zayedera in visita ufficiale per discutere con Erdoğan il rafforzamento degli investimenti emirati in Turchia e visione comune nelle politiche estere su Medio Oriente, Yemen, Nord Africa e Corno d’Africa.

La seconda problematica verte sulle capacità tecniche dell’utilizzo di questi droni. I STM Kargu hanno un’autonomia di volo di soli 30 minuti con una velocità massima di 90 km orari e un raggio di azione dai 5 ai 10 km. Per farli funzionare e manovrarli correttamente in remoto occorrono tecnici molto esperti. A meno che non siano forniti dalla Turchia, l’esercito etiope non dispone di tecnici capaci di gestire droni da guerra sofisticati ma solo droni tecnologicamente molto semplici come quelli fabbricati in Iran. Considerando che Abiy necessita di una offensiva al più presto, i margini di formazione dei tecnici etiopi dopo l’acquisto, risultano inadeguati.

Anche se i STM Kargu hanno riscontrato successi in Libia la loro affidabilità sul campo di battaglia rimane dubbia. Questo è il parere di Roland Siegward, direttore del Laboratorio dei Sistemi Autonomi presso il Istituto di Ricerca sulla Robotica edSistemi di Intelligenza Artificiale di Zurigo. Parere condiviso da altri esperti del settore. Vi sono ancora molte limitazioni tecniche riguardo i STM Kargu. Per esempio la loro manovrabilità e la loro precisione nel riconoscimento dei target.

Nelle scorse settimane l’esercito federale ha utilizzato altri droni da guerra che non si sono rivelati efficaci contro il TDF. Secondo il sito di informazione bellingcat.com questi droni sarebbero di fabbricazione iraniana: i Mohajer-6. Pur fornendo una serie di dati, foto e informazioni interessanti, la notizia pubblicata da Bellincat non ha trovato al momento conferma su altri media internazionali nemmeno presso la BBC che a volte attinge notizie proprio da questo sito giornalistico.

Prima di recarsi ad Ankara il Premier etiope si è recato ad Asmara in visita ufficiale all’alleato Isaias Afwerki, per assisterealla inaugurazione di vari progetti di sviluppo eritrei. Fonti diplomatiche africane affermano che la reale motivazione della visita è stata quella di assicurarsi l’appoggio militare eritreo per la grande offensiva che Abiy sta preparando per vincere la guerra entro ottobre. L’appoggio eritreo è spaventosamente diminuito dopo la riconquista di Mekelle da parte del TPLF.

Fonti AMISOM dalla Somalia informano che gran parte del contingente militare etiope è stato richiamato in patria per partecipare alla offensiva finale in preparazione. Giungono rapporti dal fronte che indicano la conquista della strategica città di Debre Tabor nella regione Amhara da parte del TPLF, mentre il Oromo Liberation Army sarebbe riuscito a bloccare l’autostrada Moyale-Addis Ababa che collega l’Etiopia con il porto di Lamu in Kenya. Moyale è l’ultimo corridoio per import-export rimasto attivo dopo il blocco del corridoio stradale e ferroviario Gibuti – Addis Ababa nel Afar. Queste ultime notizie non sono state ancora confermate dal TPLF e dal OLA. Inutile attendere conferme o smentite dal regime di Addis Ababa. Secondo la propaganda della Prosperità la guerra in Tigray è terminata con successo il 28 novembre 2020 e quella in Oromia non esiste…

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