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In questa foto fornita in forma anonima, Genet Mehari, 5 anni, è curata per malnutrizione ma con farmaci limitati, presso l'Ayder Referral Hospital di Mekele, nella regione del Tigray nell'Etiopia settentrionale, martedì 28 settembre 2021.

Etiopia, a rischio fame e malnutrizione più di 20 milioni di persone

In Etiopia è sempre più grave l’emergenza umanitaria che si è acuita da quando è stata sospesa a giugno la distribuzione degli aiuti alimentari da cui dipendono più di 20 milioni di persone. In molte aree del paese i tassi di malnutrizione sono già al di sopra della soglia di emergenza.
A denunciare l’aggravarsi della crisi è Medici senza frontiere.
“Questa sospensione è allarmante perché arriva dopo un lungo periodo di distribuzioni sporadiche e irregolari e in un momento in cui la situazione umanitaria nel paese è già disastrosa. La popolazione sta facendo i conti con la peggiore siccità degli ultimi quarant’anni, con difficoltà economiche e violenze ricorrenti” afferma Cara Brooks, responsabile di MSF per l’Etiopia.

Dalla distribuzione di beni alimentari dipendono in gran parte le persone rifugiate e sfollate nel paese e tra i soggetti più a rischio ci sono le donne incinte, le neo-madri, i bambini sotto i cinque anni e le persone affette da HIV.

Secondo i dati raccolti da MSF tra gennaio e aprile 2023, delle 8.000 donne incinte e neo-madri visitate nelle strutture sanitarie di MSF a Shire e Sheraro nel Tigray, il 72,5% era gravemente malnutrito. Le madri malnutrite hanno un rischio maggiore di incorrere in complicazioni durante il parto e i loro figli hanno maggiori probabilità di avere problemi di salute. Inoltre, tra i 17.803 bambini sotto i cinque anni visitati da MSF nelle cliniche di Shire e Sheraro, il 21,5% era affetto da malnutrizione acuta moderata e il 6,5% da malnutrizione acuta grave.

 

La sospensione degli aiuti alimentari è legata alle indagini sul dirottamento degli aiuti alimentari. Inizialmente le distribuzioni di cibo sono state sospese solo nel Tigray, per poi coinvolgere tutto il paese. Inoltre, la sospensione definitiva è arrivata dopo mesi di distribuzioni irregolari e poco frequenti, situazione che ha contribuito agli alti tassi di malnutrizione registrati da MSF.

 

La regione somala dell’Etiopia registra il maggior numero di bambini sotto i cinque anni con malnutrizione acuta e una copertura vaccinale tra le più basse del paese, esponendo le comunità al rischio di epidemie.
Nel centro sanitario del campo di Kule, nella regione di Gambella, il numero di bambini sotto i cinque anni curati dalle équipe di MSF per malnutrizione grave è quasi raddoppiato. Nel 2022, MSF ha ricoverato in media 44 bambini al mese, mentre nel 2023 il numero è salito a 86 bambini al mese nello stesso periodo.
Avere cibo a sufficienza è una sfida specialmente per le persone rifugiate che, a causa del loro status in Etiopia, non possono lavorare e dipendono dagli aiuti. Molti hanno già subito una riduzione delle razioni alimentari, tra cui 400.000 sud sudanesi che vivono a Gambella, le cui razioni sono state ridotte dall’84% al 60% dell’apporto minimo giornaliero raccomandato di 2.100 calorie.
“Un apporto nutrizionale ridotto mette le persone a rischio di malnutrizione e di carenze di micronutrienti come l’anemia e indebolisce il loro sistema immunitario. Con una bassa copertura vaccinale e l’aumento della malnutrizione, aumenta il rischio di contrarre malattie infettive come il morbillo e il colera, e in molte regioni dell’Etiopia ci sono epidemie” afferma Samreen Hussain, coordinatore medico di MSF.
“Vediamo già che a causa della carenza di cibo, le comunità vulnerabili sono costrette a trovare soluzioni alternative pur di sopravvivere, come la vendita di beni in cambio di cibo, l’accattonaggio e il lavoro minorile. Questa situazione non potrà che peggiorare con una sospensione prolungata degli aiuti alimentari”.

 

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