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Egitto, libere la scrittrice Soueif e le attiviste che chiedevano diritti per detenuti politici

È terminata ieri, intorno alle 17:00, la via crucis della nota scrittrice Ahdaf Soueif, di sua nipote Mona Seif (figura di spicco delle proteste di piazza Tahrir nel 2011)e dell’accademica Rabab el-Mahdi, professoressa associata di Scienze politiche all’American Universitydel Cairo e già tutor di Giulio Regeni nel 2015-2016 che stava svolgendo presso l’Auc una ricerca sui sindacati indipendenti egiziani.

Si è conclusa, invece, poco prima delle 22:00 quella di Laila Soueif dopo il pagamento di un’ulteriore cauzione di 3.000 pound egiziani (rispetto a quella disposta dalla Procura per la sicurezza dello Stato e versata dalle altre).Laila, che è sorella di Ahdaf e madre di Mona, è docente di matematica all’Università del Cairo e tra le intellettuali più note e amate in Egitto.

Le quattro donne erano state arrestate il 18 marzo mentre manifestavano pacificamente davanti al Palazzo del Consiglio dei ministri per chiedere misure serie atte a contrastare la diffusione del Covid-19 nelle sovraffollate carceri egiziane e chiedere la liberazione soprattutto di malati e anziani nonché di detenute incinte e prigionieri politici. Tra quest’ultimi anche l’ingegnere, informatico e blogger Alaa Abdel-Fattah, icona della rivolta di piazza Tahrir, che, condannato nel 2015 a cinque anni di carcere per violazione della legge anti-protesta varata sotto il presidente in carica Abdel Fattah al-Sisi, è stato nuovamente arrestato in settembre per manifestazioni contro il regime e recluso nel famigerato carcere di Tora.

A muovere le quattro manifestanti anche il recente divieto governativo di visita a persone detenute da parte di familiari a causa del Covid-19 ma che di fatto, come sottolineato da Mona e Laila (rispettivamente sorella e madre di Abdel-Fattah), blinda con una cortina di silenzio la questione della diffusione pandemica nelle carceri.

Trattenute in un primo tempo presso la stazione centrale di polizia di Qasr el-Nil Ahdaf, Mona, Laila e Rabab sono state successivamente condotte presso la Procura suprema per la sicurezza dello Stato. Nella mattinata di ieri, non essendo stata presa alcuna decisione da parte del pubblico ministero, sono stare ricondotte presso la stazione centrale di polizia e qui trattenute sotto custodia con le accuse di protesta illegale e diffusione di notizie false sulla negligenza nelle carceri nel contrastare la diffusione del Covid-19.

Laila Soueif, che aveva intrapreso dal momento dell’arresto lo sciopero della fame e della sete, è stata portata nuovamente alle 14:30 alla Procura per la sicurezza dello Stato nel Fifth Settlement. Poi, come detto, il suo rilascio in tarda serata dietro pagamento di cauzione aggiuntiva.

L’arresto delle quattro intellettuali e attiviste per i diritti umani aveva subito sollevato l’attenzione dei media mondiali nonché di Pen International, che aveva lanciato un appello per la liberazione della romanziera Ahdaf Soueif, nota anche come collaboratrice del Guardian e fondatrice nonché presidente di PalFest, il Festival palestinese della Letteratura.

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