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Costa d’Avorio sull’orlo della guerra civile, migliaia in fuga. Arrestati oppositori

Migliaia di persone in fuga e arresti di massa di oppositori. Queste le prime conseguenze della rielezione in Costa D’Avorio del  presidente in carica Alassane Ouattara, che riconfermato aveva assicurato di voler formare un “governo di transizione”. E invece nelle scorse ore il governo ivoriano ha accusato l’opposizione, che non riconosce la rielezione di Ouattara, di “cospirazione contro l’autorità dello Stato”
“Abbiamo chiesto al procuratore della Repubblica di Abidjan di formulare accuse contro gli autori e i complici di questi reati affinché possano essere portati davanti ai tribunali”, ha affermato il ministro della Giustizia Sansan Kambile nel corso di una conferenza stampa. Lunedì, prima dell’annuncio dei risultati delle elezioni presidenziali, l’opposizione, che considera “incostituzionale” il nuovo mandato del presidente Ouattara e non lo riconosce più come presidente, ha annunciato di aver creato un “Consiglio nazionale di transizione” per formare un “governo di transizione”.
“Questa dichiarazione, così come le violenze perpetrate a seguito del boicottaggio attivo, costituiscono atti di attacco e cospirazione contro l’autorità dello Stato e l’integrità del territorio nazionale”, ha dichiarato il ministro della Giustizia. Alla domanda su un possibile arresto di leader dell’opposizione, Sansan Kambile ha risposto che “tutte le opzioni sono sul tavolo”. Alassane Ouattara, 78 anni, è stato proclamato all’alba di oggi rieletto dalla Commissione elettorale indipendente per un controverso terzo mandato in cui si è aggiudicato il 94,27% dei voti al primo turno dopo che l’opposizione ha boicottato il ballottaggio che si tiene sabato. Il processo elettorale ha dato luogo a violenze. Da agosto sono state uccise circa 40 persone, di cui almeno nove dal voto di sabato.

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