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Costa d’Avorio, analisi della crisi preelettorale e le conseguenze post voto

È dal 6 agosto 2020 che la Costa d’avorio vive una situazione di grave crisi politica poiché in quella data il presidente uscente ha annunciato la sua candidatura per un terzo mandato
alle elezioni del 31 ottobre 2020 in violazione della Costituzione che lui stesso ha fatto revisionare dai cosiddetti esperti al suo soldo, che è poi stata votata al referendum del 2016.
Le associazioni della società civile non hanno accettato quest’ultima violazione della Costituzione e hanno chiamato la popolazione ad opporsi chiedendo di manifestare così come prevede la carta costituzionale nell’art.: 25. Le manifestazioni sono state represse e
vi sono stati diversi arresti di membri delle associazioni nonché di membri di partiti politici dell’opposizione. Le suddette manifestazioni hanno causato una vera e propria crisi che ha attirato l’attenzione internazionale sulle cause della stessa.
Alassane Dramane Ouattara, imposto nel 2011 come presidente della Costa d’Avorio
con la forza, vedi bombardamento della presidenza, ha causato una grave divisione fra i gruppi etnici del paese.
La diaspora ivoriana nel mondo ha manifestato con forza contro il terzo mandato incostituzionale. In Italia, gli ivoriani nei loro numerosi raduni hanno protestato contro la radiazione dei nomi di esponenti dell’opposizione dalla lista elettorale, tra i nomi spiccano
quelli dell’ex presidente ivoriano Laurent Gbago, assolto dalla Corte Penale
Internazionale dell’Aia, di Charles Blé Goudeex ministro e di Guillaume Soro ex
presidente dell’Assemblea. La protesta contro la CEI (Commissione elettorale Indipendente) ha messo in luce i brogli in atto chiedendo un audit internazionale della lista elettorale visto le diverse anomalie scoperte dai vari partiti. Per quanto riguarda l’Italia, prima la CEI ha
informato che le liste degli elettori di Milano, Torino e Roma non erano state accolte, a seguito delle lettere di protesta hanno poi comunicato di averle accolte.
E’ noto che sono stati assoldati dei delinquenti noti come i “microbes” o “bambini di strada”,
che terrorizzano, aggrediscono ed uccidono gli ivoriani con armi bianche durante le
manifestazioni a mani nude, si contano ad oggi più di un centinaio di manifestanti uccisi in Costa d’Avorio, vedi gli attacchi perpetrati nelle città di Bonoua, di Bongouanou con morti e distruzioni. A Dabou (cinquanta chilometri da Abidjan), ad esempio, dopo due giorni di attacchi senza opposizione delle forze di sicurezza, le popolazioni locali hanno dovuto organizzarsi per difendersi, per affrontare poi anche i miliziani di Alassane Dramane Ouattara alleati con i microbes (le immagini e i video che inondano il web lo dimostrano).
Il rifiuto sistematico a dialogare ha spinto i partiti politici dell’opposizione alleati, a decretare la disobbedienza civile per poi passare al boicottaggio attivo delle elezioni Presidenziali. Le
elezioni forzate dal governo uscente il 31 ottobre 2020 sono state un fiasco perché solo il 10 per cento degli aventi diritto al voto si è recato alle urne. La disobbedienza civile è stata attuata dalla popolazione che ha appoggiato i partiti politici dell’opposizione.
I vari partiti dell’opposizione alleati tra loro hanno annunciato la prossima creazione di un governo di transizione CNT (Conseil National de Transition) con a capo il Presidente Henri
Konan Bedié che avrà il compito di preparare un quadro delle istanze proposte trasparenti ed inclusive al fine di organizzare le elezioni del presidente della repubblica.
Purtroppo, sul terreno continuano gli attacchi alle popolazioni soprattutto nelle zone favorevoli all’opposizione con il saccheggio di case, incendi e numerose vittime rinvenute nelle loro abitazioni incendiate. Sono state, inoltre, attaccate e distrutte le abitazioni di alcuni
oppositori politici.
Questa è la situazione al momento nel sud, centro, est ed ovest della Costa d’Avorio. La popolazione non demorde ed è decisa a continuare la disobbedienza civile al fine di raggiungere gli obiettivi finali prefissati dall’opposizione.
Tutti sono in attesa del discorso del presidente Henri Konan Bedie anche se Alassane Dramane Ouattara ha fatto arrestare gran parte degli oppositori in riunione presso la sua residenza.

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