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RD Congo, un assalto programmato senza via di scampo, si indaga su responsabilità e omissioni

Non ci sono ancora elementi che possano permettere di delineare con certezza cosa sia avvenuto questa mattina lungo la strada che conduce a Goma attraverso il parco di Vitinha ma una cosa è certa: i membri del convoglio, sette persone compresi l’ambasciatore Luca Attanasio e il carabiniere Vittorio Iacovacci, sono stati prima portati nella foresta dagli assalitori che parlavano in kinyarwanda, prima di essere uccisi dagli stessi aggressori durante uno scontro a fuoco tra questi ultimi e un gruppo di guardie forestali di pattuglia nella zona, con il sostegno di militari delle forze armate congolesi.
Le indiscrezioni che filtrano sulla ricostruzione del ministero degli Interni della Repubblica democratica del Congo delineano i contorni di un vero e proprio assalto pianificato, quasi certamente al fine di chiedere un riscatto.
Secondo le nostre fonti, nell’area del parco dei Virunga, era risaputo che avessero stabilito la loro base pericoloso miliziano ruandesi che più volte avevano attaccato convogli sia civili che militari.
Gli attacchi nella regione sono programmati, ha dichiarato sotto anonimato un funzionario dei Servizi di sicurezza congolesi evidenziando che non accadono mai per caso.
Si tratta a volte di imboscate a scopo di rapimento per chiedere un riscatto, a volte sono azioni commissionate, o ancora, possono essere commesse per eliminare gruppi rivali.
Resta intanto il giallo sulla ‘non conoscenza’ da parte delle autorità locali della presenza dell’ambasciatore tra le persone del convoglio.
Il responsabile della polizia locale ha affermato che non era al corrente dello spostamento del diplomatico italiano nell’area, lasciandosi andare anche a un commento polemico: muoversi senza avvisare chi si occupa di sicurezza sul posto, in una zona così pericolosa, ha suscitato in noi sorpresa e molti interrogativi.
Insomma, ci sarebbero responsabilità non ancora chiare da accertare su quanto avvenuto.
Per fare piena luce sulla tragica vicenda la Farnesina ha chiesto all’Onu un resoconto dettagliato di tutte le fasi dell’operazione a cui partecipava l’ambasciatore e un’indagine accurata che scandagli ogni eventuale carenza o omissione delle autorità preposte.

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