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Congo-Brazzaville, grazie a ENI si comincia a produrre e a esportatore gas naturale liquefatto

Il gruppo petrolifero italiano ENI e la Repubblica del Congo (o Congo-Brazzaville) hanno raggiunto un accordo per la produzione di gas naturale liquefatto. L’economia congolese è basata sul petrolio, ma ora potrà ora contare – sebbene per una piccola quota – anche sul gas naturale liquefatto (GNL). Il primo carico è partito lo scorso 27 febbraio da Pointe-Noire (capitale economica del Paese, nel sud), con una cerimonia alla presenza del Presidente della Repubblica, Denis Sassou N’Guesso:

La produzione di gas naturale avviene nel sito di Litchendjili, poco distante dalla spiaggia sull’oceano Atlantico, poco a sud di Pointe-Noire: è la prima volta che nel Paese viene prodotto ed esportato del gas naturale liquefatto, anche se è ancora la prima fase, che prevede una produzione annuale di 600.000 tonnellate, ma progressivamente aumenteranno a 3 milioni di tonnellate.

L’impianto di liquefazione è stato realizzato e consegnato da ENI in tempi record e prevede l’esportazione della maggior parte della produzione, mentre solo una parte minore sarà destinata al consumo locale, ad esempio per il funzionamento della centrale elettrica del Congo. L’azienda italiana ha investito 5 miliardi di dollari in questo impianto di liquefazione, a sugello di una partnership apprezzata e riconosciuta anche dal governo italiano, come mostra questo tweet dell’ambasciatore:

Il ministro congolese degli idrocarburi, Bruno Jean-Richard Itoua, ha sottolineato che il suo Paese è consapevole di ricoprire un ruolo importante a livello internazionale, soprattutto da quando la produzione russa di gas non è più disponibile a causa della guerra in Ucraina.

Dal canto suo, l’amministratore delegato di ENI, Claudio Descalzi, ha evidenziato che l’azienda ha utilizzato tecnologie molto avanzate per produrre e trattare il più rapidamente possibile il gas, ad esempio realizzando piccoli sviluppi modulari di GNL mai utilizzati in Africa e con pochi esemplari anche nel mondo.

Alcuni hanno visto in un progetto del genere “il vero Piano Mattei”, ossia il progetto italiano di cooperazione e sviluppo dell’Africa, ma c’è da dire che, al momento, non si intravedono contributi allo sviluppo sostenibile del Congo, né a quello dell’Italia. Si tratta di un’operazione industriale legittima da parte dell’ENI, ma non di un cambio di prospettiva, dal momento che continua la dipendenza da fonti fossili, sebbene fornite da un Paese diverso dai fornitori precedenti.

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