Nella Repubblica Centroafricana le continue violenze armate in molte aree del Paese costringono intere comunità ad abbandonare le proprie case e a confrontarsi con morte e disperazione. Migliaia di persone sono fuggite dai villaggi rurali in direzione dei campi per sfollati interni a Ippy, allestiti negli ultimi mesi e anni.
“Abbiamo camminato una settimana percorrendo 140 chilometri con anziani, bambini e malati. Alcuni sono morti lungo la strada I bambini hanno visto tutto. Come faranno a dimenticare queste tali immagini?” raccontano Olga e Jean-Claude fuggiti dalle violenze con i loro sei figli, assistiti dai volontari di MSF che opera nell’area di Ippy da febbraio installando punti di distribuzione d’acqua nei campi, portando da 1,6 a 15 i litri a disposizione per persona al giorno, e successivamente organizzando campagne di vaccinazione per circa 20.000 bambini sotto i 10 anni e 9.000 donne incinte.
La situazione di Ippy rispecchia purtroppo la realtà di molte altre aree della RCA, dove decenni di conflitti intermittenti hanno alimentato una delle situazioni più critiche al mondo.
Tra i testimoni delle violenze c’è anche Jeremy, (nella foto fornita da Msf) sfollato interno che ha perso 3 figli.
“Li abbiamo seppelliti in una fossa comune e siamo ripartiti. Da allora non sono più riuscito a dormire” il suo drammatico racconto.
”In soli due mesi sono stati ricoverati 381 bambini, la maggior parte dei quali affetti da una grave forma di malaria. I team di MSF hanno garantito assistenza medica anche a 31 donne con complicazioni durante la gravidanza, praticato 20 parti cesarei e trasferito decine di pazienti a Bambari affinché potessero ricevere cure più critiche” sottolinea l’organizzazione che nonostante i rischi continua a operare sul terreno.