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Mulu Werede è una degli sfollati di Humera, nel Tigray occidentale, che vivono in una scuola di Abiy Addi dopo essere scampati alle violenze che si sono consumate nei loro villaggi all’inizio della guerra. FOTOGRAFIA DI LYNSEY ADDARIO

Camerun, operazione “città fantasma” dì gruppi ribelli: niente scuola per molti studenti

Molti studenti del Camerun non hanno potuto riprendere  l’anno scolastico in alcune regioni a maggioranza anglofona del Sud e del Nord-Ovest del Paese a causa del blocco alle attività essenziali imposto dai gruppi separatisti che da cinque anni conducono un conflitto a bassa intensità con il governo.
Nonostante le rassicurazioni delle autorità locali ascoltati l’emittente Radio France Internationale (Rfi) ha trasmesso molte testimonianze che confermano le notizie che anche Focus on Africa aveva raccolto nelle scorse settimane.
E così “molti ragazzi” sono dovuti rimanere a casa nel Nord-Ovest ma il governo non vuole ammetterlo.
L’esecutivo del presidente Paul Biya ha infatti diffuso una nota per annunciare che l’inizio del nuovo anno scolastico, al via diel 6 settembre, si è svolto in modo normale in tutto il Paese, mentre il prefetto Gilbert Guibai Baldena del dipartimento di Ndian, nel Sud-ovest, ascoltato dall’emittente pubblica Crtv, ha sostenuto che il tentativo di bloccare la ripresa della scuola dei gruppi armati separatisti, con l’operazione “città fantasma”, non ha avuto effetto e le lezioni sono riprese normalmente ma, ha dovuto ammettere, “con pochi studenti”. in particolare nel Nord-ovest, soprattutto nell’area delle città di Bamenda, dove molte scuole sono rimaste chiuse.
In Camerun l’inizio dell’anno scolastico 2022-2023 è stato preceduto dallo schieramento di forze speciali nelle regioni separatiste proprio nell’ottica di prevenire possibili violenze per il giorno di apertura delle scuole, spesso segnato da attacchi e violenze. Nelle settimane precedenti l’esecutivo ha anche annunciato la riapertura di circa 200 scuole che erano state chiuse nell’ovest del Paese a causa del conflitto. Stando ai dati dell’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (Ocha), dal 2017 a oggi, da quando cioè le rivendicazioni dei gruppi separatisti sono degenerate in conflitto aperto, circa 700mila ragazzi non hanno avuto accesso al diritto allo studio a causa delle ostilità fra governo e milizie. I gruppi armati negli anni hanno anche aperto delle loro scuole alternative al sistema scolastico ufficiale, principalmente francofono.

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