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Libia, di nuovo spaccata: Tobruk vuole Bashagha premier, Dbeibah non cede

Non trova pace la Libia che dopo aver annullato l’appuntamento elettorale del 24 dicembre per le estremo difficoltà organizzative, domani potrebbe avere due Primi Ministri, uno in Tripolitania e l’altro in Cirenaica. Lunedì la Camera dei Rappresentati di Tobruch ha infatti indetto per domani l’elezione del nuovo Primo Ministro dichiarando decaduto Abdulhamid Dabaiba , tutto a capo del governo transitorio libico. Per bocca del suo portavoce AguilaSAleh, potentissimo uomo politico dell’est del Paese appoggiato da Egitto e Russia, Dabaida viene considerato decaduto dalla Camera dei Rappresentanti avendo terminato il suo mandato con il mancato appuntamento elettorale di dicembre. Il capo del GNA (Gouvernment of National Accord) appoggiato dalle Nazioni Unite e spalleggiato militarmente dai turchi ha dichiarato che non intende dimettersi per il bene del popolo libico e che sarà lui a portare alle elezioni il Paese. Dalla sua Dabaida avrebbe il Consiglio Superiore di Stato con sede a Tripoli e un buon numero di milizie sempre intorno alla capitale libica. Per contrastare il potere dei rappresentanti della Cirenaica Dabaida ha sottolineato la necessità di “raggiungere un equilibrio nel processo decisionale da parte dell’Alto Consiglio di Stato a Tripoli e della Camera dei rappresentanti a Tobruch“, mettendo il suo sostegno dietro “qualsiasi tabella di marcia che porti alle elezioni e ponga fine a tutte le fasi di transizione”. Ma il suo tempo sembra davvero finito visto che la sua carica doveva davvero essere provvisoria in vista delle tanto agognate elezioni.  Intanto sotto la capace mano del Presidente del Parlamento libico Aguila Saleh la folta rosa di candidati è stata ristretta a solo due contendenti per la poltrona di Primo Ministro. Si tratta di Khaled Al-Bibas, un semi sconosciuto uomo d’affari nel campo della comunicazione e dell’ex Ministro dell’Interno Fathi Bashaga. Insieme ai candidati il parlamento di Tobroch ha presentato anche una road-map politica che dovrebbe portare il Paese alle urne entro 14 mesi e che il Primo Ministro in carica non potrà correre alle elezioni presidenziali. Il grande favorito sembra quindi Fathi Bashaga, un ex pilota d’aerei e potentissima personalità politica di Misurata che vanta agganci potenti anche nell’est della LIbia. Fathi Bashaga conta anche amicizie internazionali, soprattutto fra i turchi che lo vedono come un buon candidato. I russi, molto più vicina a Saleh e con rapporti altalenanti con il generale Haftar, sono pronti a trattare sia con Bashaga che con Ankara. Ora però si dovranno contare i voti e non c’è ancora nulla di certo. Dabaida gode ancora dell’appoggio della Comunità Internazionale e darà battaglia, non metaforicamente probabilmente, per tenere il suo posto da Primo Ministro. Serve una trattativa che convinca l’ex imprenditore vicino a Saif Gheddafi a farsi da parte e soprattutto l’elezione dovrebbe avere numeri importanti in parlamento prima e confermati poi al senato, che in Libia si chiama Alto Consiglio e ha sede a Tripoli. Intanto anche l’Italia sta seguendo con grande attenzione ciò che accade ala di là del Mediterraneo e lunedì il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha incontrato Stephanie Williams consigliera speciale del segretario generale ONU per la Libia, per sostenere il processo elettorale libico nel più breve tempo possibile.

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