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Arte, l’Africa alla Biennale di Venezia con quattro paesi

L’edizione della Biennale Arte 2024 di Venezia vedrà la partecipazione di quattro paesi africani: Egitto, Nigeria, Benin e Tanzania, riaffermando la crescente presenza del continente in questo prestigioso evento artistico.
Benin e Tanzania, in particolare, si apprestano a fare il loro debutto in questa rinomata rassegna d’arte internazionale, rappresentando un passo significativo per la loro inclusione nel panorama artistico globale.
Le relazioni storiche tra la Repubblica di Venezia e diverse regioni dell’Africa durante il XVI secolo, caratterizzate da intensi scambi commerciali e collegamenti con aree come la Costa d’Oro (odierno Ghana) e l’Angola, si riflettono in modo suggestivo nel contesto attuale. La presenza, per la prima volta, della Repubblica Unita di Tanzania con il suo Padiglione Nazionale aggiunge un significato ulteriore, ricollegando le trame storiche e culturali.
La 60esima Esposizione Internazionale d’Arte, dal titolo “Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere”, offrirà uno scenario in cui le opere d’arte si inseriranno in un mondo attraversato da crisi multiformi. Nell’arte contemporanea della Tanzania, si notano forti prerogative materiche come colore, azione decisa nella stesura, ritratto e anima, elementi che riflettono una ricerca di espressione distinta dalla mera descrizione e dalla forma.
La partecipazione della Repubblica Unita di Tanzania assume un valore emblematico per la scena artistica africana, fornendo l’opportunità di condividere la ricchezza culturale e creativa del paese con una vasta platea internazionale.
La Tanzania, con alcuni dei più antichi esempi di arte conosciuti al mondo, mostra una tradizione artistica che ha storicamente privilegiato l’espressione collettiva e comunitaria rispetto a quella individuale. L’arte visiva contemporanea, secondo i canoni europeo-occidentali, è un fenomeno relativamente recente, ma ha trovato spazio e identità distintiva attraverso artisti come Lute Mwakisopile, Masoud Kibwana e altri.
Dal mese di aprile, la Tanzania sarà rappresentata alla 60esima Biennale d’Arte Contemporanea di Venezia da artisti come Lutengano Mwakisopile (Lute), Happy Robert, Naby e Haji Chilonga, ognuno portando la propria prospettiva e creatività uniche.
Il progetto “Specchi Invertiti” al Padiglione della Tanzania, con le prime coppie di specchi che riflettono quattro racconti appartenenti a diverse epoche storiche, rappresenta un’innovativa concezione “dialogante”. Questo approccio, già sperimentato con successo nei decenni, si integra in modo coeso con il tema di quest’anno, “Stranieri Ovunque”.
L’implementazione di questo progetto è stata possibile grazie all’attivo coinvolgimento di Dodoma e dell’Ambasciata della Tanzania in Italia, che ha accolto la proposta di progetto di Enrico Bittoto, curatore della mostra e esperto di arte moderna, avanguardie storiche e sociologia. Un particolare riconoscimento va all’ONG italiana Cefa di Bologna, impegnata da cinquant’anni nell’assistenza alle comunità più svantaggiate del mondo, che ha offerto un supporto speciale per la realizzazione di questo progetto artistico.
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