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Sudafrica: investimenti diretti più che raddoppiati nel 2018

Africa, la scommessa economica europea per non lasciare il continente a Cina e Russia

E’ un nuovo inizio’, dice il presidente dell’Unione Africana Macky Sall, senegalese. ‘Scambio e condivisione’, dice il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Un po’ operazione di ‘charme’; un po’ occasione per dimostrare che la Ue non sta alla finestra, non sta indietro rispetto alla Cina e anche alla Russia nella corsa a finanziare infrastrutture con intenti neocoloniali la prima e affermare interessi militari e territoriali la seconda (Libia e in altri Paesi la seconda con i mercenari del Wagner Group la seconda); un po’ per lanciare in grande stile l’operazione 150 miliardi per finanziare infrastrutture (in competizione con la Cina, appunto): i 27 cercano di ritrovare i fili di una relazione politica ed economica strutturata con i Paesi africani. Diversi i punti controversi: commercio, sostegno per i vaccini, redistribuzione degli oneri sulla transizione ecologica. La scommessa, decisiva per la UE per gestire l’immigrazione, e’ reinventare la relazione con il continente africano. L’ambito militare e’ quello piu’ ostico: la Francia si ritira dal Mali, temendo la sindrome dell’Afganistan che ha colpito Biden (tutti ricordano le immagini dell’aeroporto di Kabul l’estate scorsa). Macron chiede aiuto agli europei e si arrampica sui vetri per mostrare che la Francia non sta fuggendo. Sta di fatto che e’ stata decisa l’evacuazione di 2500 soldati francesi. Si assicura pero’ che francesi e non solo restano impegnati nella regione del Sahel date le minacce jiadiste. La Ue gli da’ corda: ‘Ristrutturiamo soltanto la nostra presenza per rispondere a nuovi dati politici’, spiega sibillino ed evasivo il ‘ministro’ degli esteri Ue Josep Borrell. Antonio Pollio Salimbeni – Aps (RADIOCOR) 17-02-22 17:36:59 (0560)EURO 5 NNNN

Lo stesso Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza della Ue Borrel in ogni caso sintetizza facilmente la sfida aperta per l’Africa quanto per l’Europa: l’instabilita’ del continente e’ ‘alimentata da nuovi attori i cui metodi e le cui agende sono molto diversi dalle nostre’. I nuovi attori sono, appunto, Cina e Russia. A Bruxelles sono arrivati 40 dei membri dell’Unione Africana con l’obiettivo di definire una nuova partnership. Instabilita’ politica e terrorismo concentrato in alcune importanti aree e in fase di estensione e pure di mobilitazione rendono il quadro altamente preoccupante. La UE non puo’ piu’ fare a meno di occuparsi del continente in modo strutturale e strategico uscendo dalla decennale fase di tamponamento dei flussi migratori. Ora si parla di ‘partnership tra uguali’. Ben oltre l’aiuto allo sviluppo classico. La UE e’ il principale donatore dell’Africa, tuttavia, come rileva Ramona Bloj della fondazione Robert Schuman, se esistono partenariati in molti settori, per esempio l’automobile e l’aeronautica, la parte Ue negli scambi commerciali e’ diminuita in tutta l’Africa del nord passando dal 67% al 53% per le esportazioni e dal 55% al 39% per le importazioni tra il 1999 e il 2019. ‘Risultato: la UE e’ stata superata da Cina e India come primo partner commerciale dell’Africa’. Instabilita’ politica e degli Stati, jiadismo, minano anche le partnership. L’Unione africana ha sospeso Mali, Burkina Faso, Guinea e Sudan in seguito a colpi di stato. In Mali governo una giunta militare. La Francia ‘evacua’ e la UE verifichera’ nei prossimi giorni se seguirne l’esempio o mantenere due missioni, una militare e una di polizia. D’altra parte, non a caso la sfida dell’Africa puo’ essere rappresentata con tre S: stabilita’, sicurezza, sanita’. E’ un po’ lo slogan che circola in queste ore a Bruxelles. I temi sul tavolo sono diversi. La UE ha annunciato in gran pompa che mobilitera’ 150 miliardi entro il 2027, meta’ delle risorse previste per il ‘Global Gateway’, l’operazione con cui l’Europa vuole far concorrenza al neocolonialismo infrastrutturale cinese (Nuova Via della Seta). Pero’ si tratta per lo piu’ di un aggregato di capitoli di spesa gia’ definiti. E quanto a Bruxelles si parla di risorse ‘mobilitate’, questo e’ un termine che mette insieme finanziamenti pubblici e potenziali capitali privati. Comunque lo sforzo e’ rilevante. Antonio Pollio Salimbeni – Aps (RADIOCOR) 17-02-22 18:35:26 (0596)EURO 5 NNNN

Africa: la Ue scommette sull’economia per non lasciare l’Africa a Cina e Russia -3-

9010E1314 (ECO) Africa: la Ue scommette sull’economia per non lasciare l’Africa a Cina e Russia -3- (Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) – Bruxelles, 17 feb – Il commercio e’ un tema controverso e incrocia anche la ‘rivoluzione’ verde cui anche l’Africa deve dare un contributo: molti Stati africani vogliono delle eccezioni sostanzioso alla futura tassa carbonio alle frontiere di beni prodotti con emissioni di Co2 elevate. L’elenco dell’European Council on Foreign Relations comprende l’Algeria e l’Egitto per i fertilizzanti, Zambia e Zimbabwe per l’acciaio, Mozambico, Guinea, Ghana, Camerun per l’alluminio, Marocco per l’elettricita’. Per il senegalese Sall, ‘l’Africa non puo’ essere ritenuta responsabile del riscaldamento climatico, vogliamo giustizia climatica, un periodo di transizione che ci permetta di dare l’elettricita’ a 600 milioni di africani che non ce l’anno’. Qualche esponente africano oggi ha sollevato il tema della disuguaglianza di fronte al Covid-19, benche’ consapevoli di quanto l’Europa abbia fatto essendo il primo ‘donatore’ ed esportatore di vaccini al mondo: basti dire che il tasso di vaccinati in Africa e’ dell’11% a fronte dei due terzi degli europei. E’ sempre sul tavolo la questione della condivisione delle tecniche di produzione dei vaccini nel continente che la UE intende sostenere con un miliardo di euro. Draghi solleva il problema della partecipazione degli Stati UE alla riallocazione dei diritti speciali di prelievo, la ‘moneta’ del Fondo Monetario Internazionale. Al vertice di Roma del G20 sotto presidenza italiana l’anno scorso, i governi si erano impegnati a indirizzare ai Paesi vulnerabili Dsp per 45 miliardi di dollari, per raggiungerne 100 a livello globale. L’Italia ha impegnato il 20% della sua quota, pari a circa 4 miliardi di dollari”. Occorre stringere. Per attrarre capitali in Africa e indirizzarli verso progetti sostenibili. ‘occorre procedere con la riduzione del debito, trovare strumenti per condividere i rischi con il settore privato, sviluppare i mercati obbligazionari per l’emissione di titoli sostenibili’, dice ancora Draghi. E a proposito di debito non va dimenticato che nonostante un certo rallentamento degli investimenti cinesi in Africa, la Cina continua a essere il principale creditore dell’Arica subsahariana. Nel 2020 deteneva il 62,1% del debito esterno bilaterale africano. Ha spiegato Ramona Bloj: ‘Le condizioni per l’assegnazione dei prestiti relative alle clausole di condizionalita’ legate ai prestiti, come il ruolo delle imprese cinesi che lascia poche opportunita’ agli attori locali, la selezione non trasparente dei progetti o l’indebitamento dei Paesi partecipanti spesso non sono sostenibili. Inoltre, la Cina sta estendendo la propria ‘impronta di sicurezza’ in Africa e la sua prima base militare all’estero, che ha principalmente il ruolo di proteggere le aziende cinesi, si trova a Gibuti’. Dunque, non c’e’ soltanto la ventina di accordi di cooperazione militare sanciti dalla Russia nel continente tra il 2014 e il 2020

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