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Sudan, torna in piazza la diaspora per denunciare i nuovi massacri in Darfur

In Sudan è in corso una grande mobilitazione popolare per la libertà, la pace, la giustizia e la democrazia, ostacolata con violenza e dai continui eccidi da parte dei militari che stanno reprimendo la forte richiesta di trasformazione sociale avanzata dal popolo.
Dal colpo di stato del 25 ottobre, guidato Abdel-Fattah Al-Burhan, Mohamed Hamdan Daglo (Hemedti), Al-Kabashi, Yasser Al-Atta, Abdel-Rahim Daglo e Ibrahim Jaber (questi sono i nomi dei generali assetati di il sangue del popolo) e dai movimenti armati che hanno firmato la pace di Juba in Sud Sudan che si sono uniti ai ranghi dell’esercito, si è costituita una forza dittatoriale finalizzata a reprimere le aspirazioni democratiche del popolo.
Solo ieri sono stati massacrati 300 cittadini sudanesi ad est di El Geneina, a quaranta chilometri dalla città. La frequenza degli omicidi e degli stupri è aumentata in tutti gli stati del Sudan, in particolare nel Darfur occidentale, sono stati nascosti i massacri di Karenak, le cui vittime erano centinaia di cittadini indifesi.
Le uccisioni continuano in Darfur e in particolare nel Darfur occidentale. Tra le vittime ci sono bambini e anziani. E ci sono molte vittime che nessuno vede a causa del blackout dei media, finiti nelle mani dei protagonisti del colpo di stato e dei loro associati. Repressione e abusi sono diventati l’unico strumento dei generali golpisti per intimidire i rivoluzionari che continuano a chiedere che il potere venga dato ad un governo civile, democraticamente eletto dal popolo.
Il Sudan è ora a un bivio a causa dei due colpi di stato, quindi chiediamo il sostegno della comunità internazionale e del governo italiano per liberare il Sudan dalle grinfie della dittatura e della tirannia.
Per queste ragioni la Comunità sudanese in Italia ha decision di organizzare  un nuovo presidio in Piazza Esquilino a Roma.

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