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Sudan, condanna alla lapidazione annullata in appello

Il 27 novembre la corte d’appello di Kosti, nello stato sudanese del Nilo bianco, ha annullato la condanna a morte di Maryam Tirab, una giovane donna che in primo grado era stata giudicata colpevole di adulterio, “reato” per il quale l’articolo 146 del codice penale prevede la lapidazione.
In secondo grado è stato riconosciuto quanto già era stato denunciato dalle organizzazioni sudanesi e internazionali per i diritti umani: la condanna a morte era stata emessa in totale violazione del diritto alla difesa, ossia in assenza di un avvocato difensore.
Non è detto, tuttavia, che l’incubo per Maryam Tirab sia cessato: la corte d’appello ha rinviato il caso a un tribunale di primo grado. Sarà dunque possibile un nuovo processo.
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