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Richiesta #veritaperlucavittoriomustapha si rinnova anche grazie a Papa Francesco

A 13 mesi dall’uccisione di Luca Attanasio, ambasciatore italiano nella Repubblica democratica del Congo,, del carabiniere Vittorio Iacovacci, che gli faceva da scorta, e dell’autista del World food programme, Mustapha Milambo, con il quale viaggiavano, richiesta di #veritaperlucavittorioemustapha si rinnova e prosegue più forte che mai.
Anche grazie a Papa Francesco che nell’ambito del suo viaggio nel Paeae, dal 2 al 5 luglio, celebrerà una Messa poco distante dal luogo dell’agguato.
La notizia è filtrata da fonti del governo di Kinshasa ma non è stata confermata dalla Santa sede che non ha ancora annunciato il programma della visita che sarà diffuso non prima di maggio.
Ma la possibilità che sia davvero celebrata la Messa nel villaggio di Chegera, nei pressi di Buhumba, nel territorio di Nyiragongo, a circa 15 km a nord di Goma, sembra concreta.
Dal Congo è arrivata la notizia che nel villaggio che dovrebbe ospitare il Pontefice sono stati avviati i lavori su un’area in grado di contenere almeno due milioni di persone.
Si prevede di realIzzare spazi per il palco, il parcheggio, i posti per gli ospiti ma anche di riabilitare parte del tratto stradale che era stato inghiottito dalla lava durante l’ultima eruzione vulcanica del vulcano Nyiragongo.
Restano i dubbi per là pericolosità della zona, non solo della strada Goma-Rushuru dove fu tesa l’imboscata al nostro diplomatico.
Intanto in Italia sono slittati i termini per la richiesta di rinvio a giudizio di Mansour Rwagaza e Rocco Leone, i due funzionari del Wfp indagati nell’inchiesta della Procura di Roma, coordinata dal procuratore aggiunto Sergio Ciolaiocco.
Nonostante continuino ad appellarsi all’immunità, rifiutandosi di collaborare, non potranno sottrarsi alla giustizia italiana.
Il giudice per le indagini preliminari è in attesa della scadenza del tempo previsto per il deposito delle eventuali eccezioni dei difensori delle parti accusate, entro il 6 aprile.
A meno di sorprese la decisione di mandare a processo Rwagaza e Leone sembra scontata.
Se la magistratura italiana sta procedendo con determinazione verso la verità per quanto concerne le responsabilità per la mancata sicurezza al convoglio, gli inquirenti congolesi non hanno ancora fornito dati certi su esecutori e mandanti dell’uccisione di Attanasio, Iacovacci e Milambo.
Dopo l’annuncio degli arresti dei mesi scorsi, alcuni giovani criminali che avrebbero confessato di avere intenzione di rapire l’ambasciatore per poter richiedere un riscatto di un milione di dollari, non sono seguiti dettagli sull’operazione. Tanto meno è arrivata a Roma alcuna risposta alla rogatoria dei giudici italiani.
Ecco perché, oggi più che mai, ricerca e richiesta di verità per Luca, Vittorio e Mustapha resta una priorità.

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