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Quattro paesi africani nel rapporto Usa sul traffico di esseri umani, rischiano gravi sanzioni

Algeria, Eritrea, Guinea-Bissou e Sud Sudan. sono i quattro paesi africani che il Dipartimento di Stato Usa ha inserito nel rapporto sul traffico di esseri umani nel biennio 2020-2021.
Gli Stati Uniti hanno pubblicato ii primo luglio, l’annuale report “Traffiking in Persons”, che menziona la pandemia di coronavirus come causa di un aumento dei fenomeni della schiavitu’ e del traffico di esseri umani nel biennio 2020-2021. L’amministrazione del presidente Usa Joe Biden ha individuato 17 Paesi responsabili di non contrastare adeguatamente tali fenomeni, e li ha messi in guardia da potenziali sanzioni. Washington ha anche rivolto un avvertimento a diversi alleati e amici degli Stati Uniti, inclusi Israele, Nuova Zelanda, Norvegia, Portogallo e Turchia, che avrebbero fatto venir meno i loro sforzi sul fronte della tutela della dignita’ umana. Secondo il segretario di Stato Antony Blinken, 17 Stati non soddisfano gli standard minimi per fermare quello che il funzionario ha definito “un ciclo inumano

di discriminazione e ingiustizie”. I 17 Paesi potrebbero perdere l’accesso ad alcune forme di assistenza Usa. Malesia e Guinea-Bissou vengono posti per la prima volta sullo stesso livello di Afghanistan, Algeria, Myanmar, Cina, Comore, Cuba, Eritrea, Nicaragua, Corea del Nord, Russia, Sud Sudan, Siria, Turkmenistan e Venezuela: molti di questi Paesi sono gia’ oggetto di sanzioni Usa. Sei alleati degli Stati Uniti – Cipro, Israele, Nuova Zelanda, Norvegia, Portogallo e Svizzera – sono stati invece declassati dalla prima alla seconda categoria del rapporto, che riunisce i Paesi che non aderiscono del tutto agli standard internazionali sul contrasto al traffico di esseri umani. Blinken ha parlato di “una crisi globale, una fonte enorme di sofferenza umana”, ed ha aggiunto che secondo le stime degli Stati Uniti quasi 25 milioni di persone sono vittime ad oggi del traffico di esseri umani

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