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Summit Italia-Africa, qual è il vero obiettivo del “Piano Mattei”?

Nella migliore delle intenzioni, il “Piano Mattei”, al centro della Conferenza Italia-Africa in programma a Roma in questi giorni, è un progetto destinato allo sviluppo dell’Africa, che dovrebbe garantire migliori condizioni di vita alle popolazioni locali. Nell’intenzione intermedia, c’è la volontà di avere un ruolo in un continente nel quale altri attori (Francia, Cina, Russia,…

Nella migliore delle intenzioni, il “Piano Mattei”, al centro della Conferenza Italia-Africa in programma a Roma in questi giorni, è un progetto destinato allo sviluppo dell’Africa, che dovrebbe garantire migliori condizioni di vita alle popolazioni locali.

Nell’intenzione intermedia, c’è la volontà di avere un ruolo in un continente nel quale altri attori (Francia, Cina, Russia, Turchia) stanno giocando un ruolo più importante dell’Italia. Non perdere terreno, dunque, anche nel settore delle forniture energetiche.

Ma torniamo alla presunta migliore delle intenzioni e chiediamoci se poi non sia la peggiore delle intenzioni: c’è davvero della filantropia dietro il “Piano Mattei” o il miglioramento delle condizioni di vita è solo un mezzo per conseguire il vero obiettivo, la vera e propria ossessione delle politiche interne europee, quindi anche e soprattutto di quella italiana, a tal punto da condizionare le politiche estere? Ossia, fermare le migrazioni, spostare la frontiera meridionale marittima dell’Unione europea dentro il cuore dell’Africa, eleggendolo a “continente sicuro”, magari creando e finanziando, dove monitorarli non è semplice, dei nuovi luoghi di reclusione? Proseguire, dunque, nella politica di esternalizzazione?

Altra domanda: si parlerà di diritti umani nella conferenza Italia – Africa? La sensazione è che sarà un’occasione persa. Peccato perché di diritti umani si dovrebbe parlare parecchio, a scorrere la lista dei rappresentanti degli stati africani invitati: tra gli altri, i leader di Etiopia ed Eritrea, Abiy Ahmed Ali e Isaias Afewerki, alleati nel crudele conflitto interno del 2020-2022 contro i gruppi armati del Tigray; il presidente tunisino Kais Saied, un vero e proprio fattore di spinta dell’immigrazione, con le sue politiche e dichiarazioni xenofobe; e l’immancabile Teodoro Nguema Obiang Mangue, vicepresidente e presidente designato della Guinea Equatoriale, paese in cui langue in carcere da oltre cinque anni un cittadino italiano, Fulgencio Obiang Esono, dichiarato prigioniero di coscienza da Amnesty International.

La sua storia è qui: https://www.amnesty.it/la-storia-dellingegnere-italiano-scomparso-in-guinea-equatoriale/

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Guido Gargiulo

Appassionato di Taiwan, Asia e Africa. Laureato in Lingue e Culture dell’Europa e delle Americhe presso l’Università L’Orientale di Napoli, ho approfondito lo studio del cinese al Taiwan Mandarin Educational Center e all’Istituto Confucio. L’Africa ha sempre avuto un posto speciale nel mio cuore, con studi anche del Kiswahili, una delle lingue più parlate nel continente.

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