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Nigeria, l’appello per salvare il cantante “blasfemo” dall’impiccagione

Yahaya Sharif-Aminu, un cantante di 22 anni detenuto nella prigione di Kano, nell’omonimo stato della Nigeria settentrionale, rischia l’esecuzione.
Il 10 agosto l’Alta corte della shari’a lo ha condannato a morte per impiccagione per aver diffuso tramite WhatsApp una canzone considerata blasfema.
Yahaya Sharif-Aminu era stato arrestato a marzo a Kano, dopo che una folla di facinorosi aveva abbattuto la porta d’ingresso della sua abitazione e incendiato l’intera casa.
Il gruppo di manifestanti si era poi recato in processione al quartier generale della polizia di Kano reclamando la condanna del cantante, ritenuto “blasfemo contro il profeta dell’Islam”.
Personaggi influenti e leader religiosi stanno facendo pressioni sulle autorità affinché eseguano la condanna il prima possibile. Il 27 agosto il governo dello stato di Kano ha pubblicato sul suo sito ufficiale una dichiarazione secondo cui il governatore non avrebbe esitato a firmare il mandato di esecuzione.
La pena di morte per blasfemia è prevista dalla shari’a, la legislazione islamica in vigore in molti degli stati settentrionali della Nigeria. Il governo centrale, tuttavia, è obbligato ai sensi del Patto internazionale sui diritti civili e politici a limitare il ricorso alla pena capitale ai “reati più gravi” come l’omicidio intenzionale.
Amnesty International ha lanciato una petizione per chiedere alle autorità dello stato di Kano di annullare il giudizio di colpevolezza e la condanna all’impiccagione di Yahaya Sharif Aminu.

L’appello può essere firmato cliccando su questo link: https://www.amnesty.it/appelli/condannato-a-morte-per-una-canzone/

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