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Niger: i golpisti sospendono i media e gli accordi militari con la Francia, richiamano gli ambasciatori in Nigeria, Togo, Stati Uniti e Francia

Come riferito ieri da “Focus on Africa”, le relazioni diplomatiche tra Francia e Niger si sono fatte ancora più tese, con la rottura degli accordi militari che legavano i due Paesi, il richiamo dell’ambasciatore del Niger a Parigi nonché la sospensione dei due media francesi “RFI” e “France24”.

Niger, fallisce mediazione Ecowas, tensioni Niamey-Parigi

Secondo la giunta golpista nigerina, la rottura diplomatica è dovuta “all’atteggiamento negligente dell’ex presidente e alla sua reazione alla situazione in atto”, mentre secondo Parigi “solo le autorità legittime del Niger” sono in grado di rivedere gli accordi. In un comunicato letto in televisione dal colonnello-maggiore Amadou Abdramane, i militari al potere hanno annunciato la sospensione degli “accordi di cooperazione nel campo della sicurezza e della difesa” con Parigi, che ha 1.500 soldati schierati in Niger nella lotta al jihadismo. Si tratta di accordi sullo “stazionamento” del distaccamento francese e sullo “status” dei militari presenti nell’ambito della lotta antijihadista.

La comunità internazionale è preoccupata, soprattutto perché domani, domenica 6 agosto, scade l’ultimatum dell’Ecowas/Cedeao (la Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale) per ripristinare l’ordine costituzionale, che se non verrà rispettato rischia di causare un intervento armato nel Paese. Nel frattempo, il presidente Mohamed Bazoum, eletto democraticamente e tuttora sequestrato nel palazzo presidenziale, ha concesso un’intervista al “Washington Post”, nella quale, definendosi “ostaggio”, ha chiesto aiuto internazionale contro il “colpo di stato lanciato contro il mio governo da una fazione dell’esercito il 26 luglio”, il quale “non ha alcuna giustificazione e, se avrà successo, avrà conseguenze devastanti per il nostro Paese e per il mondo”.

I militari che hanno compiuto il golpe, la settimana scorsa avevano anche annunciato che avrebbero posto fine alle funzioni degli ambasciatori del Niger in quattro Paesi: il Togo, la Nigeria, gli Stati Uniti e la Francia. Nel comunicato di ieri, la decisione di revoca degli ambasciatori è stata presa e dichiarata pubblicamente:

Ciò che accomuna i quattro Paesi presi di mira dai militari nigerini è di aver denunciato il putsch: il presidente nigeriano Bola Tinubu, che guida la Cedeao/Ecowas, ha imposto sanzioni ai golpisti, come ad esempio la sospensione delle transazioni finanziarie e commerciali con il Paese e il congelamento dei beni dei soldati responsabili del colpo di stato. Similmente, l’ambasciatore del Niger in Francia, Aïchatou Boulama Kané, ha rifiutato la decisione dei militari e ha affermato all’AFP di considerarsi ancora l’ambasciatore in Francia “del legittimo presidente Mohamed Bazoum”.

Intanto, sebbene ancora minoranza, in Niger aumenta il sentimento antifrancese e gli studenti manifestano contro qualsiasi eventuale interferenza straniera, come ad esempio il preannunciato intervento militare dell’Ecowas/Cedeao in caso di mancato rispetto dell’ultimatum di domenica 6 agosto.

Per queste ragioni, nei giorni scorsi la Francia ha evacuato 1.079 persone, delle quali 577 di cittadinanza francese e il resto di altre 48 nazionalità, compresa quella italiana.

 

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