vai al contenuto principale

Mali, sparito il colonnello Sangaré dopo aver pubblicato un libro critico sull’esercito

Dallo scorso 3 marzo non si hanno più notizie in Mali del colonnello Alpha Yaya Sangaré, che il giorno prima, sabato 2 marzo, aveva presentato il suo libro intitolato “Mali: le défi du terrorisme en Afrique” (Mali: la sfida del terrorismo in Africa). Nel volume, l’autore fa una valutazione critica dei sistemi già messi in atto a livello nazionale, regionale e continentale, e suggerisce modi per migliorarli e renderli operativi e alla presentazione hanno preso parte diversi ministri del governo di transizione, nominato dalla giunta militare al potere dall’ultimo golpe avvenuto nel maggio 2021. Tuttavia, subito dopo l’evento l’esecutivo maliano ha fatto improvvisamente dietrofront, quando si è reso conto che il libro di Sangaré cita un rapporto della ONG “Human Rights Watch” in cui si accusa l’esercito di gravi abusi e violazioni dei diritti umani. Solo dopo la presentazione pubblica, dunque, il portavoce del governo di transizione si è “dissociato” dal libro e ha denunciato le “false accuse” che conterrebbe.

Appena rientrato a casa dopo la presentazione del libro, la sera stessa di sabato, il colonnello Alpha Yaya Sangaré è stato arrestato nella sua abitazione e da allora non si ha alcuna sua notizia. “Human Rights Watch” ha espresso preoccupazione per la totale mancanza di informazioni sullo stato del colonnello: “Il colonnello Sangaré ha compiuto un passo coraggioso scegliendo di non rimanere in silenzio di fronte alle violazioni dei diritti umani. Questo caso evidenzia la necessità che il governo protegga coloro che rivelano pubblicamente comportamenti illeciti“.

Secondo la portavoce di HRW, Ilaria Allegrozzi, interpellata da “Radio France International”, potrebbe trattarsi di un arresto extragiudiziale da parte dei servizi segreti maliani: “Non possiamo confermarlo, ma siamo preoccupati per la sua situazione e chiediamo alle autorità maliane di rivelare dove è detenuto e di rilasciarlo, qualora fosse trattenuto dalle autorità o dalle forze dell’ordine. Non capita tutti i giorni che un alto esponente delle forze di sicurezza denunci violazioni dei diritti umani da parte dell’esercito, ma il colonnello Sangaré ha mostrato coraggio scegliendo di non restare in silenzio“.

Torna su