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G7, appello scienziati: permettere a paesi a basso e medio reddito accesso a vaccini

Gli scienziati hanno avvertito i leader del G7 che il mondo non è preparato per la prossima pandemia e, senza un’azione urgente, al verificarsi della prossima crisi sanitaria globale si rinnoveranno le disuguaglianze createsi per l’accesso al vaccino per il COVID-19. In una lettera in vista del vertice del G7 a Hiroshima alcuni dei massimi esperti mondiali di salute pubblica vogliono assicurarsi che i leader mondiali agiscano affinché i paesi a basso e medio reddito possano accedere a vaccini, test e trattamenti nel caso di una prossima pandemia, anche grazie ad un aumento della loro capacità produttiva.

Il documento arriva mentre i governi negoziano in seno all’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) un accordo pandemico – spesso indicato come “trattato pandemico” – che determinerà il modo in cui il mondo si preparerà e risponderà alla prossima crisi sanitaria globale. Nella loro lettera, gli scienziati affermano che i leader del G7 devono proteggere “l’equità e il diritto alla vita” rispetto al “profitto economico” nei negoziati.

Durante la pandemia di COVID-19, “rigorose regole sulla proprietà intellettuale hanno assicurato monopoli alle aziende farmaceutiche e impedito la produzione diffusa di vaccini e medicinali generici a prezzi accessibili nei paesi in via di sviluppo”, avvertono. Ricordano che è stata proprio la mancanza di protezione brevettuale in India, prima che il paese dovesse adottare le regole dell’Organizzazione mondiale del commercio sulla proprietà intellettuale, che ha consentito la produzione generica dei primi antiretrovirali per l’HIV, portando infine alla loro ampia disponibilità a prezzi accessibili.

La lettera esorta i leader del G7 a resistere alla “visione estremista” delle aziende farmaceutiche, che sostengono un “approccio massimalista” alle regole sulla proprietà intellettuale, che secondo gli scienziati ignora le esigenze di salute pubblica. Il mese scorso, gli amministratori delegati del settore farmaceutico hanno esercitato pressioni sul primo ministro giapponese Fumio Kishida, presidente del G7, contro le misure per aiutare i paesi a basso e medio reddito nella prossima pandemia.

I firmatari auspicano questi provvedimenti in una bozza dell’Accordo pandemico, in fase di negoziazione presso l’OMS, che richiederebbe lasospensione delle norme sulla proprietà intellettuale sui prodotti rilevanti e iltrasferimento di tecnologia ai paesi a basso e medio reddito quando l’OMS dichiarerà un’emergenza sanitaria pubblica di rilievo internazionale. È fondamentale, dicono, rimuovere “ogni barriera allo sviluppo e alla produzione di medicinali e vaccini”.

Ma le aziende farmaceutiche stanno facendo pressioni sostenendo un approccio “massimalista” alle regole sulla proprietà intellettuale, che “è in contrasto con l’opinione scientifica tradizionale”, affermano gli scienziati. Questi ultimi esortano i leader del G7 a “resistere alle pressioni delle istituzioni che hanno ripetutamente dato la priorità alla massimizzazione dei profitti rispetto ai bisogni di salute pubblica”.

“Non c’è tempo da perdere”, avvertono, ricordando che Airfinity suggerisce che esiste unaprobabilità del 27,5% di una pandemia mortale come il COVID-19 nei prossimi dieci anni, e uno studio pubblicato in “Proceedings of the National Academy of Sciences” suggerisce che la probabilità annuale che si verifichino epidemie estreme potrebbe triplicare nei prossimi decenni.

L’avvertimento arriva da alcuni dei più esperti epidemiologi e scienziati del mondo che hanno guidato la risposta all’AIDS e al COVID-19 nei paesi a basso e medio reddito, tra loro anche Silvio Garattini dell’Istituto Mario Negri in Italia, tra i più importanti istituti di ricerca farmacologica al mondo.

Il loro intervento arriva dopo che i ministri della Salute del G7 si sono impegnati a stabilire un nuovo programma per distribuire vaccini ai paesi in via di sviluppo, nonostante COVAX, il programma che mirava a farlo nella pandemia di COVID-19, sia stato ampiamente indicato come un fallimento. Il comunicato dei ministri della salute non ha menzionato le regole sulla proprietà intellettuale.

 

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