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Elezioni presidenziali del 2024 in Senegal, già in aumento la repressione politica

Alle elezioni presidenziali del 2024 manca ancora molto tempo, ma le autorità del Senegal hanno già alzato il livello della repressione politica: proteste vietate, arresti di giornalisti e di oppositori e altro ancora. 

Il 16 marzo Ousmane Sonko, leader del partito di opposizione PASTEF, è comparso in tribunale per rispondere dell’accusa di diffamazione, a seguito della denuncia presentata nei suoi confronti dal ministro del Turismo, Mame Mbaye Niang. Il processo è stato aggiornato al 30 marzo ma, nelle ore in cui si attendeva la decisione del giudice, le forze di polizia hanno attaccato una protesta in favore di Sonko: un manifestante è rimasto ucciso. Sonko ha poi avuto un malore ed è stato ricoverato in ospedale. 

Il giorno prima un altro esponente dell’opposizione, Guy Marius Sagna, aveva tentato di visitare Sonko, confinato nella sua abitazione in attesa del processo, ma era stato fatto oggetto di lanci di gas lacrimogeni. 

Se venisse condannato, Sonko non potrebbe candidarsi alle elezioni. 

Il suo non è un caso isolato. Il 9 marzo l’ex primo ministro Hadjibou Soumaré è stato arrestato con l’accusa di diffamazione nei confronti del presidente Macky Sall, di cui si vocifera che abbia fatto una donazione di 12 milioni di euro a Marine Le Pen durante la sua visita in Senegal di due mesi fa.

Il 3 marzo Pape Ndiaye, giornalista di Waft Tv, è stato arrestato per “offesa alla corte” e “diffusione di notizie false” per aver parlato, nel corso di una trasmissione, di una denuncia di stupro ai danni di Ousmane Sonko, da molti ritenuta inventata. 

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