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Covid-19, analisi di una pandemia: come sta andando in Africa?

Io per primo ho sempre temuto – e temo ancora – che l’impatto del Covid-19 sull’Africa sarebbe stato devastante dal punto di vista sanitario ed economico. Per quanto riguarda il primo, a leggere i numeri sembrerebbe che il Continente se la stia cavando meglio di Europa e Stati Uniti. E’ veramente così? E quali potrebbero essere le ragioni?

Il Continente africano ha una popolazione di 1,2 miliardi: al momento i casi accertati sono 1,7 milioni, mentre i decessi sono circa 40 mila, più o meno tanti quanti in Italia, che ha una popolazione di circa 60 milioni di persone. Negli Stati Uniti le cose vanno molto peggio: su una popolazione di 328 milioni di abitanti, al momento i casi sono 10,2 milioni, con 239 mila decessi.

Occorre, a questo punto, provare a fare lo sforzo diandare oltre la semplice lettura dei numeri e cercare di scoprire e capire le luci e le ombre che ci aiutano a leggerli nella loro completezza.

Ad assoluto vantaggio del Continente africano va il fatto che l’età media della sua popolazione è 20 anni, un’età in cui generalmente non si muore di Covid-19, tanto è vero che, se l’età media dei morti in Italia è 82 anni, in Kenia, ad esempio, è di 50 anni.

Ben il 93% dei casi accertati in Africa è asintomatico.

Secondo alcuni, una possibile spiegazione ai numeri più bassi in Africa sarebbe riconducibile a una sorta di risposta immunitaria più facilmente stimolabile nel Continente Nero, avvezzo alla esposizione alla tubercolosi e ad altre malattie infettive.

Inoltre, proprio questa lunga storia di esposizione alle malattie infettive avrebbe trovato l’Africa più pronta nella risposta rispetto ad altri Paesi. Dei 53 Paesi che compongono il Continente, la netta maggioranza ha comunicato i dati al Center for Disease Control (CDC), avvalendosi di una robusta e consolidata rete di operatori sanitari territoriali oltre che di volontari, alcuni dei quali formati anche dai CDC.

Ingenti donazioni hanno poi consentito di metter su una piattaforma il più possibile capillare di reagenti per tamponi e di mascherine.

Nel Continente africano il picco dei contagi si è verificato a luglio, ma già a marzo l’Unione africana aveva stabilito che, superati i 100 casi per ogni Paese, si sarebbe imposto un lockdown molto stretto. E così è stato, sebbene in qualche caso si sia ottenuto con troppaviolenza.

Se queste sono le luci – e sono assolutamente rimarchevoli, insegnandoci in qualche caso qualcosa – ora prendiamo in esame le ombre.

E’ noto che in Africa c’è una scarsa disponibilità diagnostica, quindi, per quanti lodevoli sforzi siano stati fatti, il numero dei tamponi non è stato elevato, facendo rimanere qualche dubbio sia sulla tracciabilità che sulla realtà dei numeri dei contagi. Inoltre, la denuncia dei decessi non poggia su sistemi anagrafici simili a quelli di altri Paesi, e quindi molte persone, che già prima morivano nell’oblio, hanno continuato a morire nell’oblio.

I lockdown, indispensabili per contenere il contagio,hanno e stanno avendo effetti collaterali sanitari ed economici in tutto il mondo, e non poteva essere diversamente, se non peggio, per l’Africa.

Molte donne non vanno più a partorire nelle strutture sanitarie e non portano i bambini a vaccinarsi, ci sono crisi di approvvigionamento di farmaci per pazienti affetti da tubercolosi, malaria, AIDS e malattie croniche come il diabete, con conseguenze che potrebbero far tonare indietro di molti anni l’Africa dal punto di vista del controllo di queste malattie e della loro mortalità.

E, infine, come stiamo vedendo in tutto il mondo, non mancano e non mancheranno le pesanti conseguenze economiche su un Continente già molto fragile da questo punto di vista e in cui mancano sussidi e aiuti economici alla popolazione. Ecco che a pagare il prezzo più alto, in termini sociali, economici e di riflesso sulla salute, è proprio l’Africa sub-sahariana.

C’è ancora un pezzo di storia da scrivere e da capire. Pur sperando con tutto il cuore che il Covid-19 faccia meno danni del previsto, i numeri dei casi accertati e dei morti possono essere largamente sottostimati, mentre le conseguenze economiche rischiano ancora di mettere in ginocchio il Continente africano.

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