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Colpo di stato in Niger: nasce il Consiglio di resistenza per ritorno di Bazoum

Nato con l’obiettivo di ripristinare l’ordine costituzionale in Niger (anche militarmente) in seguito al golpe militare, di reinsediare il presidente deposto Mohamed Bazoum e di arrestare il leader golpista Abdourahmane Tchiani, ad annunciare la nascita del Consiglio di resistenza (sostenitore inoltre dell’Ecowas, la Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale) è stato il fondatore Rhissa Ag Boula, ex ministro presso la presidenza del Niger ed ex ribelle Tuareg, che ha condannato fortemente il “Consiglio nazionale per la salvaguardia della patria”, creato dalla giunta militare attualmente al potere nel paese. Tra le contestazioni indirizzate ai golpisti, spiccano la mancanza di democrazia e di dialogo da parte di questi ultimi, e l’utilizzo di milizie composte da civili oltre all’intenzione di collaborare a stretto contatto con i mercenari russi della Wagner. Il principale obiettivo di Rhissa Ag Boula infatti, è quello di riunire tutti i veri democratici africani per impedire altri colpi di Stato e la formazione di nuovi governi lontani dalla democrazia in tutto il continente africano. Tra vari comunicati e appelli diffusi dal 26 luglio ad oggi in merito alla situazione attuale in Niger, uno fra tutti si rivolge ai militari golpisti, e li invita a porre fine alla violenza e all’ammutinamento arrestando il generale Tchiani. La situazione non è delle migliore in questo momento in Niger, che proprio nella capitale Niamey, per motivi di sicurezza non ha concesso il visto di ingresso a una delegazione dell’ONU, dell’Ecowas e dell’Unione africana. L’Ecowas come sappiamo ha minacciato di intervenire militarmente e di applicare pesanti sanzioni nei confronti del paese occupato e questo ha creato molta rabbia e preoccupazione tra la popolazione. Di conseguenza gli stati Burkina Faso e Mali, hanno chiesto al consiglio di sicurezza Onu di impedire qualsiasi intervento militare dell’Ecowas ai danni del Niger, che, attraverso il proprio Consiglio nazionale per la salvaguardia della patria (creato come detto in precedenza dai golpisti), ha inoltre accusato la Francia di aver liberato 16 importanti terroristi imprigionati nel mese di giugno dall’esercito nigerino. Una situazione a dir poco instabile e preoccupante, che molti analisti geopolitici hanno paragonato alla crisi libica che va avanti da anni dopo la caduta di Gheddafi.

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