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Ciad, arresti di attivisti e oppositori in vista delle elezioni presidenziali di aprile

Il 4 febbraio il governo del Ciad ha disposto il divieto di svolgere raduni pubblici su tutto il territorio nazionale per “il timore di disordini”: un provvedimento emanato appositamente allo scopo d’impedire lo svolgimento di una manifestazione indetta per il 6 febbraio dai partiti politici, dalle associazioni per i diritti umani e da vari organismi della società civile.

Chi ha provato a scendere in strada è stato arrestato: 14 persone nella capitale N’Djamena, una trentina a Moundou, questi ultimi condannati a pene da due a tre mesi di carcere. Per i primi, invece, sono scattate le accuse di aggressione, disturbo all’ordine pubblico e distruzione di proprietà dello stato.

È stato l’epilogo, abbastanza scontato, di tre mesi di inasprimento delle misure restrittive e degli arresti in vista delle elezioni presidenziali previste ad aprile. Nei due mesi che mancano allo svolgimento della consultazione elettorale, si teme il peggio.

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