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Diritti umani

Zimbabwe, non c’è pace per le tre attiviste che avevano protestato durante il lockdown

Torniamo a occuparci di Joana Mamombe, Cecelia Chimbiri e Netsai Marova, tre giovani attiviste zimbabweane del Movimento democratico per il cambiamento, formazione dell’opposizione politica. Come si ricorderà il 13 maggio erano state arrestate a un posto di blocco, dopo aver preso parte a una protesta contro la mancanza di attenzione del governo per i poveri…

Torniamo a occuparci di Joana Mamombe, Cecelia Chimbiri e Netsai Marova, tre giovani attiviste zimbabweane del Movimento democratico per il cambiamento, formazione dell’opposizione politica.
Come si ricorderà il 13 maggio erano state arrestate a un posto di blocco, dopo aver preso parte a una protesta contro la mancanza di attenzione del governo per i poveri durante la pandemia da Covid-19.
Per molte ore se n’erano perse le tracce e si era temuto il peggio. Poi, erano state ritrovate sul ciglio di una strada, con segni di violenza sessuale e di altre forme di tortura.
Ora nei confronti di Joana, Cecelia e Netsai è scattata una duplice incriminazione: per aver partecipato a una manifestazione istigando a compiere atti di violenza e a a turbare l’ordine pubblico e per aver violato l’obbligo del confinamento.
Naturalmente, sulle torture che hanno subito non è stata avviata alcuna inchiesta.
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