vai al contenuto principale

Uganda, studioso comboniano: romani arrivarono nel Paese

Gli antichi Romani giunsero in Uganda. Questa la tesi sostenuta dallo studioso comboniano, padre Giovanni Vantini, pubblicata oggi sull’Osservatore Romano.
Come scrive Padre Giulio Albanese sul quotidiano della Santa Sede, il primo autore latino che affrontò con grande determinazione i quesiti legati al Nilo fu Lucio Anneo Seneca (primo secolo) che nel suo trattato De Nilo nelle sue Quaestiones Naturales, confuto’ con argomentazioni positive le teorie dei suoi predecessori, proponendo come soluzione l’esistenza di un grande lago, magari sotterraneo. In un altro trattato, De Nubibus, parlo’ addirittura della spedizione inviata dall’imperatore Nerone nell’anno 61 ad investigandum caput mundi, avendo egli stesso udito, dalla viva voce di due pretoriani, il racconto del loro tentativo di scoperta del caput Nili. Anche Plinio il Vecchio nel I secolo parla della spedizione neroniana in vista di un’eventuale guerra di conquista. E’ probabile che la spedizione scientifico/militare di cui parlano Seneca e Plinio il Vecchio, oltre ad essere composta da pretoriani, includesse ingegneri esperti di astronomia, cartografia, poliglotti, guide e portatori di viveri. A Meroe, capitale dell’impero omonimo, situata circa 200 chilometri a nord della moderna Khartoum e 800 chilometri a sud di Assuan, i capi della spedizione ricevettero come scrive esplicitamente Seneca istruzioni dal re e lettere commendatizie per i re che avrebbero incontrato nell’interno (a rege Aethiopiae instructi ausilio commendatique proximis regibus ad ulteriora). Partiti da Meroe (nella foto le rovine dell’epoca dei Faroni Neri), dopo molti giorni raggiunsero delle immense paludi (post multos dies – sicut aiebant – pervenimus ad immensas paludes) coperte di erbe acquatiche (implicatae aquis herbae) cosi’ fitte che ne’ uomo ne’ barca grande (navigio) potevano passarvi sopra, tranne qualche barchetta con un solo uomo a bordo.

Torna su