Esattamente 13 anni fa i Benet, una comunità nativa dell’Uganda di 18.000 persone chiamate spregevolmente “ndorobo” ossia “uomini primitivi”, vennero brutalmente sgomberati per l’ultima volta dal monte Elgon, sulle cui pendici coltivavano e praticavano la caccia.
Le loro terre erano state dichiarate ancestrali dal governo coloniale britannico. Con l’indipendenza, la situazione dei Benet è precipitata e gli sgomberi sono iniziati addirittura nel 1983, per poi proseguire in questo secolo. Giustizia e risarcimenti non sono mai arrivati.
L’anniversario dello sgombero dei Benet ci dà l’occasione per parlare della situazione di altri popoli nativi dell’Uganda. Nel maggio 2018 le forze armate hanno sgomberato violentemente le comunità native di Apaa, nel nord del paese: 250 case incendiate e centinaia di persone rimaste senzatetto.
Nel gennaio di quest’anno oltre 2300 famiglie native, per un totale di più di 35.000 persone, sono state sgomberate dalla zona di Kiryandongo per fare spazio a progetti di agricoltura industriale.
Cinque anni fa il presidente ugandese Museveni nominò una commissione d’inchiesta, guidata dalla giudice Catherine Bamugemereire, per indagare sui conflitti sulla terra. Il rapporto della commissione non è stato ancora reso noto.