Il tribunale di primo grado di Kebili, in Tunisia, ha emesso una sentenza riguardante il rapper Ghassen Aoun Allah e il tecnico Nassim Naquili. Il caso era stato sollevato dopo che una canzone rap, contenente testi ritenuti offensivi, era stata trasmessa online, violando il decreto 54, una legge controversa che regola il discorso pubblico, compresi i contenuti artistici pubblicati su internet.
La settimana scorsa, sia Ghassen Aoun Allah che Nassim Naquili erano stati posti in custodia cautelare su ordine della procura di Kébili, in attesa del processo. Questo ha sollevato preoccupazioni sulla libertà di espressione in Tunisia, dato che il decreto 54 è spesso criticato per la sua severità nel censurare contenuti ritenuti offensivi o inappropriati dalle autorità.
Alla fine del processo, il tribunale ha assolto Nassim Naquili, non trovando elementi sufficienti per confermare le accuse a suo carico. Diversamente, il rapper Ghassen Aoun Allah è stato condannato a tre mesi di reclusione, ma con la sospensione della pena, il che significa che non dovrà scontare effettivamente il periodo di detenzione a meno che non commetta un’altra infrazione durante il periodo di prova.
Questa sentenza riflette la tensione tra la libertà artistica e le normative restrittive in Tunisia, con un particolare accento sulle limitazioni imposte dal decreto 54. La vicenda ha attirato l’attenzione di molti, evidenziando le sfide che gli artisti e i creatori di contenuti affrontano nel paese.