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Sudan, svolta storica del governo: mai più condanne per apostasia e consumo di alcol

Dopo aver deciso di vietare le mutilazioni genitali femminili in Sudan, in arrivo riforme che cambieranno radicalmente il volto del Paese africano che un anno fa avviava il suo percorso democratico con la firma dei primi accordi per un governo di unità nazionale.
Cambiamenti importanti voluti dal premier Abdalla Hamdok e sanciti dal Consiglio sovrano, massima autorità nel Paese.
Oltre alla decisione di criminalizzare la pratica che viola a i diritti delle donne, l’esecutivo ha disposto la soppressione degli articoli del Codice penale relativi all’apostasia e al consumo di alcol.
Una svolta  storica dopo la destituzione del presidente – dittatore Omar al Bashir, avvenuta l’11 aprile dello scorso anno con un golpe militare.
Ad anticiparlo a Focus on Africa  il ministro della Giustizia Nasreddine Abdelbari il quale ha annunciato che l’emendamento sull’apostasia e quello che autorizza i non musulmani a consumare alcolici negli spazi pubblici “purché non arrechino disturbo“ saranno approvati definitivamente nella seduta del consiglio del 13 luglio.
Il consumo di alcol resta per ora proibito per i musulmani sudanesi. Secondo i dati ufficiali, i non musulmani rappresentano circa il 3 per cento della popolazione sudanese.
La scelta che più ha sorpreso gli analisti internazionali è quella di lasciare libertà di culto per chi è di famiglia musulmana ma decida di professare un’altra fede, cosa che fino a qualche mese fa era punibile con il reato di apostasia che prevedeva per i trasgressori la pena di morte, come era avvenuto per Meriam Ibrahim, la cristiana condannata nel 2015 all’impiccagione incinta all’ottavo mese e poi liberata grazie a una campagna internazionale.
La 27enne sudanese aveva incontrato dopo la sua liberazione Papà Francesco che l’aveva consacrata simbolo della fede cristiana. moderna
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