L’ultimo ospedale ancora attivo a El-Fasher, capitale del nord Darfur, è stato colpito per la quinta volta. Ormai la struttura sanitaria saudita, supportata da Medici Senza Frontiere, rischia la chiusura. Danneggiata la chirurgia e la maternità di quello che resta l’ultimo ospedale nella città in grado di curare i feriti e di eseguire interventi chirurgici.“Da più di 3 mesi, la popolazione di El Fasher è sottoposta a continui bombardamenti per mano di entrambe le parti in conflitto. Solo negli ospedali supportati da MSF abbiamo contato 2.500 feriti, in 370 sono deceduti per le ferite riportate. Il numero totale delle vittime del conflitto è sconosciuto” affermaMichel Olivier Lacharité, responsabile delle operazioni di emergenza di MSF.
“Le persone si stanno trasferendo nel campo di Zamzam per sfuggire dai combattimenti a El Fasher, ma anche chi si trova in questo sito per sfollati teme per la propria vita. Zamzam è stata colpita da un bombardamento solo una settimana fa e c’è il timore concreto che possa accadere di nuovo. Ci stiamo preparando a ricevere nuovi pazienti, soprattutto perché i combattimenti a El Fasher impediscono alle persone di raggiungere facilmente l’ospedale saudita. Tuttavia, il nostro ospedale da campo a Zamzam è stato costruito per curare bambini malnutriti e altre patologie pediatriche, al momento non è dunque attrezzato per curare feriti. Non c’è una sala operatoria né una banca del sangue, il che significa che la nostra équipe sarà sottoposta a una pressione eccezionale se le vittime continueranno ad arrivare. Inoltre, le persone nel campo stanno già affrontando problemi che mettono a rischio la loro stessa vita” aggiunge Lacharité di MSF.
MSF aveva lanciato l’allarme sulla catastrofica crisi di malnutrizione del campo più di sei mesi fa, mentre di recente è stato dichiarato lo stato di carestia. “Esortiamo le parti in conflitto a lasciar passare le forniture umanitarie e a proteggere i civili e le strutture sanitarie. L’ospedale saudita è l’ultima struttura sanitaria pubblica rimasta nel Nord Darfur in grado di curare efficacemente i feriti. Se questo ospedale, o le nostre strutture a Zamzam, verranno nuovamente colpite e diventeranno inutilizzabili, i feriti non avranno più un posto dove curarsi e il bilancio delle vittime salirà pesantemente” conclude Lacharité di MSF.