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Sudan, nuovi scontri in Kordofan. Processo di transizione rischia di deragliare

Gli scontri armati nella provincia del Sud Kordofan in Sudan hanno ucciso oltre due dozzine di persone, tra cui uomini delle truppe paramilitari. La battaglia si è protratta per oltre 48 ore, dopo lo scoppio per la terza volta questo mese delle violenze che potrebbero far deragliare la transizione del Paese verso la democrazia.

I combattimenti rappresentano una sfida significativa agli sforzi del governo di transizione del Sudan per porre fine a ribellioni decennali in alcune aree del paese. Il Sudan è sulla fragile strada di un complesso processo democratico dopo che una rivolta popolare ha portato i militari a rovesciare il regime dell’ex presidente autocratico Omar al-Bashir nell’aprile dello scorso anno.

I combattimenti sono scoppiati questa settimana tra residenti armati in un mercato nella città di Kadugli, la capitale della provincia del Sud Kordofan, ha dichiarato il vice capo di stato maggiore dell’esercito del Sudan, Abdalla al-Bashir: 26 le persone uccise in due giorni.

Al-Bashir ha affermato che la disputa riguardava una vendita di armi e che si è intensificata nlle ultime 48 ore  in alcuni villaggi di Kadugli. La città si trova a circa 715 chilometri (444 miglia) a sud della capitale del Sudan, Khartoum.
Le autorità hanno imposto un coprifuoco 24 ore su 24 per tre giorni per stabilizzare la situazione.
Gamal Ammer, portavoce delle forze di sostegno rapide paramilitari, ha affermato che almeno nove soldati sono stati uccisi oltre numerosi civili.
Ammer ha detto che le truppe della RSF non hanno preso parte agli scontri ma non hanno chiarito come sono stati uccisi e feriti i militari. L’RSF è la milizia nata dopo lo scioglimento dei famigerati ‘Janjaweed’, implicati nel conflitto nel Darfur e forza paramilitare dell’esercito.

Abdalla al-Bashir, che mercoledì era a Kadugli, ha affermato che la violenza non è stata il risultato di scontri tribali ma piuttosto di una “disputa tra individui” iniziata lo scorso aprile, quando gruppi armati hanno saccheggiato il bestiame in un villaggio a sud di Kadugli.
La scorsa settimana sono stati registrati scontri tribali anche nelle province del Sud Darfur e Kassala che hanno causato la morte di almeno 70 persone e altrettanti feriti.

Le nuove violenze sono scoppiate mentre le autorità lottano per combattere la pandemia di Coronavirus. Il sistema sanitario del Sudan è stato indebolito da decenni di guerre e sanzioni. Il paese ha più di 1.660 casi confermati e 80 decessi.
Le autorità di transizione affrontano crescenti sfide, soprattutto per il rilancio dell’economia martoriata dai conflitti civili e dalle sanzioni internazionali.
Per il governo del premier Abdalla Hamdok porre fine alle insurrezioni nelle province remote del Sudan, al fine di ridurre le spese militari che occupano gran parte del bilancio nazionale, è una priorità.  Ma finora il tavolo con i gruppi ribelli, impegnati per mesi in colloqui con le autorità di transizione per stabilire la pace, non ha portato a grandi risultati.

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