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Sudan, nuova udienza per l’ex presidente Bashir che potrebbe essere consegnato all’Aja

Omar Hassan Al-Bashir potrebbe essere presto consegnato alla Corte penale internazionale, La notizia è trapelata a margine del processo in corso a Khartoum nei confronti dell’ex presidente e dittatore del Sudan.
Il governo sta predisponendo accordi con l’Aja e presto approverà l’adesione allo Statuto della Cpa.
Nel suo Paese Omar al Bashir deve rispondere  delle accuse di corruzione e riciclaggio di denaro ed è stato condannato per abuso di denaro pubblico a due anni di carcere che avendo più di 70 anni non puo’ fisicamente scontare, secondo la legge sudanese.
Quasi irriconoscibile, viso scavato e provato, Bashir è il fantasma del dittatore feroce che fino all’11 aprile del 2019, giorno in cui i mIlitari lo hanno costretto a dimettersi con un colpo di stato, era saldamente al potere di uno dei più granì paesi africani.
Il processo che lo vede imputato, insieme ad altre 27 persone, nel procedimento giudiziario per il golpe che lo portò al potere nel 1989, potrebbe concludersi con una condanna a morte. Appare scontro che  Bashir e due ex dirigenti del Partito del Congresso Nazionale, ormai non più attivo, saranno responsabili del rovesciamento del governo del primo ministro Sadek al-Mahdi, democraticamente eletto tre anni prima. Il golpe aveva portato al potere gli islamisti che diedero vita a un regime sanguinario che per 30 anni ha vessato il popolo sudanese.
È la prima volta nella storia moderna del mondo arabo che l’ideatore di un colpo di stato viene processato, anche se  la vera mente del  golpe era Hassan Turabi del Fronte islamico nazionale, morto nel 2016.
Bashir è rimasto ininterrottamente alla guida del Sudan per 30 anni prima di essere lui stesso ‘rovesciato’ militarmente dopo diversi mesi di manifestazioni in strada senza precedenti.
Evento che ho seguito e documentato in prima persona e che su Focus on Africa continuiamo a raccontare negli sviluppi del percorso avviato dal governo di unità nazionale che porterà alle prime elezioni libere e democratiche nel 2023.

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