La caduta di Omar Hassan al Bashir dopo 30 anni di feroce dittatura fu un momento storico, di grande significato per il Sudan. La rivoluzione che lo ha portato alla sua fine era stata guidata dalla determinazione e dal coraggio del popolo sudanese, in particolare delle donne che hanno giocato un ruolo fondamentale nel movimento di protesta.
Tuttavia, a cinque anni dalla caduta di al Bashir, il Sudan si trova ancora in una situazione di grande instabilità. La guerra civile che è scoppiata nel 2023 ha fatto emergere nuove divisioni e violenze nel paese, con l’esercito regolare e le milizie dei Rapid support force che si scontrano in una guerra civile che mette a rischio la stabilità del Sudan.
Inoltre, i massacri nel Darfur sono ripresi, causando sofferenze e tragedie per la popolazione locale. Le promesse di democrazia e libertà che erano state fatte durante la rivoluzione sembrano essere state tradite, e il Sudan si trova ancora una volta in una situazione di grande crisi. A un passo dal baratro. Anzi siamo forse già oltre tenendo conto della distruzione immane di Khartoum, la capitale, e della ripresa della pulizia etnica nella regione occidentale del paese.
È fondamentale che la comunità internazionale presti attenzione alla situazione in Sudan e faccia pressione per porre fine alle violenze e alla sofferenza di un popolo sofferente più di qualunque altro al mondo: 11 milioni di persone sono state costrette a lasciare le proprie case.
È importante che la lotta per la libertà e la giustizia continui, e che il Sudan possa spera un giorno di trovare la pace e la stabilità che merita dopo anni di oppressione, conflitti e violenze.