Dopo un nuovo grave attacco, Medici Senza Frontiere ha annunciato la sospensione delle sue attività mediche nella città di Yei, nello Stato dell’Equatoria Centrale in Sud Sudan, a seguito di un grave incidente di sicurezza avvenuto il 20 settembre. Questo evento ha coinvolto membri dello staff di MSF e di altre organizzazioni umanitarie, evidenziando un clima crescente di violenza contro coloro che operano in favore delle comunità vulnerabili.
Iqbal Huda, capo missione di MSF in Sud Sudan, ha espresso il profondo shock dell’organizzazione di fronte a questo “inaccettabile atto di violenza” che mina l’assistenza umanitaria. “A causa di questo grave incidente, i nostri spostamenti e attività per le comunità di Yei e Morobo sono state sospese finché non avremo garanzie concrete che i servizi medici e umanitari possano continuare senza ostacoli”, ha dichiarato Huda.
L’incidente è avvenuto intorno alle 15:00 di venerdì scorso, quando due veicoli chiaramente contrassegnati di MSF stavano facendo ritorno a Yei dopo un’attività sul campo. Lungo il tragitto, uomini armati hanno bloccato la strada, costringendo lo staff a scendere dai veicoli sotto minaccia di armi, derubando il personale dei propri effetti personali e degli oggetti appartenenti all’organizzazione. Durante questo brutale attacco, un membro dello staff di MSF e uno di un’organizzazione partner sono stati portati via nella boscaglia, mentre gli autisti sono stati costretti a proseguire con le loro vetture.
Fortunatamente, i due membri rapiti sono stati rilasciati in sicurezza dopo 24 ore, ma questo episodio segna già la terza aggressione contro organizzazioni umanitarie nella zona nell’arco di tre mesi, suggerendo un attacco sistematico all’azione medico-umanitaria. La sicurezza delle operazioni di MSF è ora pregiudicata e senza garanzie concrete, non sarà possibile riprendere le attività nella regione.
Le conseguenze di tale violenza ricadono principalmente sulle persone più vulnerabili che vivono in aree già prive di assistenza medica essenziale. In molte di queste zone, MSF rappresenta l’unica fonte di cure mediche al di fuori della città di Yei, un elemento cruciale per la sopravvivenza di numerosi individui.
“Gli attacchi contro gli operatori umanitari e sanitari sono inaccettabili e incidono direttamente sull’assistenza medica alle comunità che ne hanno disperatamente bisogno. Chiediamo a tutti i gruppi armati di assumersi le proprie responsabilità di fronte al diritto umanitario internazionale e di garantire l’assistenza umanitaria”, ha concluso Huda.
L’incidente di Yei pone in evidenza non solo la crescente fragilità della situazione di sicurezza in Sud Sudan, ma anche la necessità urgente di proteggere gli operatori umanitari che dedicano la loro vita ad alleviare le sofferenze di chi vive in condizioni estremamente difficili. In un contesto dove ogni attacco rende più difficile l’accesso ai servizi sanitari, è fondamentale che la comunità internazionale si mobiliti per garantire la sicurezza degli operatori e il rispetto del diritto umanitario.