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Storie di migrazioni e di coraggio e le morti silenziose delle donne d’Africa

La vita per la vita. Sino all’ultimo respiro per il primo respiro. Soffrono senza rimedio e resistono. Immaginano e sognano come sarà. Lottano sino all’ultima goccia di sangue e ….muoiono per dare la vita. Muoiono così tantissime donne nei villaggi, negli ospedali, nelle traversate del deserto, in case modeste e in capanni. In Africa manca il sangue per le trasfusioni. Donne muoiono al parto o durante la gestazione. Mentre danno alla luce si spengono esangui. Dissanguate. Senza vedere il neonato. Senza dare la prima carezza, il primo sguardo, senza donare il primo sorriso. Il brivido della morte spegne ogni gioia della maternità. È un’emergenza anche la carenza di sangue in Africa.Tantissime donne muoiono prima del parto. Tantissime durante la gravidanza. Talvolta i neonati muoiono con le mamme al primo respiro. Una infinità di gravidanze nonvanno a termine. Sarebbero cinquecentomila le donne che perdono la vita ogni anno in Africa durante il parto per mancanza di sangue o per carenza di trasfusioni. Anemie non curate, gestosi, complicanze emorragiche e trasfusioni non sicure con altre delicate patologie del sangue alla base delle morti silenti e delle vite finite sul nascere. In Nigeria come nella gran parte degli altri Stati la percentuale di donne morte peripartum è altissima. Una emergenza sanitaria a cui il mondo deve guardare. La carenza di scorte ematiche è al centro di quelli che sono i bisogni quotidiani. Bisogni vitali come l’acqua e l’ossigeno. Ma il sangue per le trasfusioni scarseggia. Si compra a caro prezzo. C’è chi vende casa o quel che ha per assicurare le necessarie trasfusioni a chi di famiglia ne necessita. Nei villaggi e nelle periferie c’è una sorta di borsa del sangue. Chi ne ha bisogno si affida a procacciatori dell’ultima ora. Una sorta di mercanti della vita. Vendono sangue non sicuro, non controllato. Lo consegnano in taniche di fortuna e per trasfonderlo si torna ad una era primordiale con conseguenze disastrose. Quel che accade in certi lerci ospedaletti di fortuna, fronte strada, privati, tra un villaggio e l’altro, è orrendo. Proprio cose di un altro mondo fuori dal mondo. Tutto consentito. Negli ospedali il sangue scarseggia. Non è sufficiente a fronteggiare la richiesta nè a soddisfare le necessità dei vari casi patologici. Donatori pochissimi. Lo screening degli esami preventivi meno dell’essenzialesolo tre test, gruppo sanguigno, compatibilità, hiv-aids. Scarsi e non controllati i mezzi per la raccolta del sangue.Strumenti per testarne qualità e sicurezza non sufficienti e per lo più non tecnologicamente avanzati. Incerti i presidi per conservare e custodire il sangue. Emoteche quante le dita di una o mezza mano.Nessun diritto alla salute per le donne in gravidanza. Nessun diritto alla vita. E le autorità sanitarie? I governanti?... i capi di Stato?

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