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Rifugiati: Abdel, sopravvissuto a guerra e Tbc e pronto a cominciare una nuova vita

Ha lasciato la Somalia quando aveva quattordici anni. Ha attraversato Etiopa, Sudan ed Egitto fino ad arrivare in Libia, dove ha subito torture e violenze e dove per due volte ha tentato di imbarcarsi per L’Italia, ammalandosi gravemente, fino a che, grazie a un corridoio umanitario, è arrivato all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze. E’ la storia di un ragazzo di 17 anni, che dopo due mesi di ricovero al Meyer per una gravissima forma di Tbc che lo ha quasi ucciso, è pronto a cominciare una nuova vita. Ma per questo adolescente con le braccia segnate dalle torture che ha subito, non sarà facile dimenticare il passato. La scelta di partire per l’Italia a 14 anni, ha spiegato ai medici, è stata solo sua, non aveva detto niente ai genitori e ai nove fratelli. Era stanco della guerra nel suo Paese. Si è affidato a una organizzazione di trafficanti di esseri umani e si è messo in viaggio. Arrivato in Libia è stato prigioniero, prima in un campo e poi in un appartamento, è stato obbligato a trovare il denaro per pagare il debito accumulato e per ricompensare chi lo avrebbe imbarcato alla volta dell’Europa. Questo il suo scopo e questa la sua speranza, e per raggiungerli ha subito umiliazioni, minacce, violenze e torture. Per due volte si è imbarcato, ma è stato fermato dalla guardia costiera libica ed è finito in carcere, dove ha preso la Tbc, che si è manifestata, tra gli altri sintomi, con un nodulo aperto al livello del collo, che gli impediva perfino di deglutire. In un ospedale libico, gli hanno applicato una sonda che permettesse l’alimentazione attraverso l’addome, ma una volta dimesso le sue condizioni sono rapidamente peggiorate. “Quando è arrivato al Meyer – spiega Lucia Macucci, l’infermiera della Cooperazione internazionale del Meyer che ha seguito il caso – era in condizioni davvero critiche. Era debolissimo, denutrito, sfinito, non riusciva quasi più a camminare”. Ora che è stato dimesso, sarà accolto in una casa famiglia dove potrà iniziare la sua nuova vita. Ad attenderlo, lo studio della lingua italiana, ma anche un percorso scolastico e formativo.

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