Nella notte tra domenica 1 e lunedì 2 settembre 2024, la prigione centrale di Makala a Kinshasa, Repubblica Democratica del Congo, è stata teatro di un tentativo di fuga drammatico e violento, che ha portato alla morte di 129 detenuti e a gravi danni materiali. Il bilancio provvisorio degli eventi, confermato dalle autorità, indica che 24 dei deceduti sono stati uccisi a colpi di arma da fuoco dopo essere stati avvertiti dalle guardie carcerarie, mentre gli altri sono morti per soffocamento o schiacciati durante la fuga precipitosa. Oltre ai morti, si contano anche 59 feriti, attualmente assistiti dal governo, e diversi casi di violenza sessuale su donne detenute, in particolare nell’ala 9 del carcere.
#RDC: Le bilan officiel et provisoire des troubles à la prison de Makala est désormais connu : 129 personnes ont perdu la vie, dont 24 ont été tuées par balle après sommation, tandis que les autres sont décédées suite à une bousculade ou à un étouffement, annonce le gouvernement.… pic.twitter.com/80UkQwdtd6
— Stanis Bujakera Tshiamala (@StanysBujakera) September 2, 2024
L’incidente ha avuto conseguenze devastanti non solo in termini di vite umane, ma anche di infrastrutture. Gli edifici amministrativi, l’anagrafe, l’infermeria e i depositi di generi alimentari della prigione sono stati completamente distrutti da un incendio scoppiato durante il caos. La situazione è stata riportata sotto controllo dalle forze di sicurezza solo dopo diverse ore di tensione, con scontri che sono durati fino alle prime luci dell’alba.
Le circostanze precise del tentativo di fuga rimangono poco chiare, e le autorità hanno avviato un’indagine approfondita per accertare le responsabilità e le cause del disastro. Secondo testimonianze locali, gli abitanti del quartiere circostante sono stati svegliati nel cuore della notte dal suono di spari continui, durati diverse ore. Alcuni testimoni hanno anche riferito di aver visto veicoli delle forze dell’ordine trasportare corpi fuori dalla prigione.
#RDC: Une opération de ramassage des corps a eu lieu toute la journée à la prison centrale de Makala en République démocratique du Congo après la tentative d’évasion déclarée « ratée » par les autorités. Les prisonniers qui tentaient de s’évader dans la nuit du dimanche à ce… pic.twitter.com/32eTqrp17K
— Stanis Bujakera Tshiamala (@StanysBujakera) September 2, 2024
Une tentative d'évasion a eu lieu dans la nuit de dimanche à lundi à la prison centrale de Makala, à Kinshasa. Des morts et des blessés ont été recensés parmi les prisonniers. pic.twitter.com/FDC0inv8Gy
— Secret de la RDC (@SecretDeLaRDC) September 2, 2024
Il governo congolese ha immediatamente preso provvedimenti per gestire la crisi. Il ministro della Giustizia, Constant Mutamba, ha annunciato la sospensione fino a nuovo avviso dei trasferimenti di detenuti al CPRK (Centro Penitenziario e di Rieducazione di Kinshasa) e ha ordinato un’accelerazione del processo di sblocco delle carceri di Makala, Ndolo e altre carceri dell’interno del Paese. Inoltre, è stato dato impulso a un progetto per la costruzione di una nuova prigione fuori dalla città di Kinshasa, al fine di alleviare il sovraffollamento e migliorare le condizioni di detenzione.
Il sovraffollamento è infatti uno dei principali problemi del carcere di Makala, che ospita tra i 14.000 e i 15.000 detenuti, nonostante la sua capienza ufficiale sia di soli 1.500 posti. Le condizioni di detenzione precarie e la gestione inefficace delle carceri sono state spesso criticate e identificate come fattori scatenanti di rivolte e fughe.