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RDCongo, scoperte due fosse comuni con 49 corpi dalla missione Onu nell’Ituri

Orrori senza fine continuano a susseguirsi nella Repubblica democratica del Congo.
I caschi blu della missione delle Nazione Unite nella Repubblica democratica del Congo, la Monusco hanno annunciato il ritrovamento di 49 corpi in due fosse comuni nella provincia orientale dell’Ituri
Secondo le informazioni fornite dalla missione Onu su Twitter, “fosse comuni contenenti i corpi di 42 civili, tra cui 12 donne e sei bambini, sono state scoperte nel villaggio di Nyamamba, e un’altra fossa contenente i corpi di sette uomini nel villaggio di Mbogi, a circa 30 km a est di Bunia, entrambi in Ituri”. Stando a quanto comunicato dal contingente Onu, “le barbare uccisioni” all’origine di queste fosse comuni sono da attribuirsi a recenti attacchi condotti dalla milizia nota come Coopérative pour le développement du Congo (Codeco), composta per lo più da esponenti della comunità lendu. I “peacekeeper” della Monusco sono intervenuti nella zona del ritrovamento con dei pattugliamenti proprio dopo essere stati informati degli attacchi. Come riconosciuto dagli stessi caschi blu, le ultime aggressioni sono avvenute nel contesto di una nuova ondata di violenze nella regione, attribuite alla Codeco e anche al gruppo armato Zaire-Front Populaire d’Autodéfense en Ituri (Fpac), animata soprattutto da membri della comunità hema. I due gruppi, il primo dedito tradizionalmente ad attività agricole e il secondo alla pastorizia, sono da anni protagonisti di scontri armati in un sostanziale conflitto a bassa intensità che prosegue dalla fine degli anni ’90 del secolo scorso. Secondo Monusco. Dal primo dicembre, almeno 195 civili sono stati uccisi, 68 feriti e 84 rapiti in incidenti attribuiti riconducibili alle due milizie. Il numero di sfollati a causa delle violenze nell’Ituri è salito a 1,5 milioni di persone, ha avvertito inoltre la missione Onu.
Dal maggio 2021 l’Ituri e la confinante provincia del Nord Kivu sono oggetto di uno stato di emergenza dichiarato dal
Governo del presidente Félix Tshisekedi a fronte dell’aumento delle violenze a opera di numerosi gruppi armati.

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