Nella Repubblica Democratica del Congo (RDC), continuano le operazioni di rilascio di prigionieri dalla prigione centrale di Makala a Kinshasa, nel tentativo di ridurre il sovraffollamento critico che affligge l’istituto. Nelle ultime due settimane, è stata avviata la seconda ondata di rilasci, che ha visto la liberazione di 527 detenuti nella serata di sabato 10 agosto 2024. Il carcere di Makala, sovraffollato e descritto dalla società civile come un “letto di morte”, è noto per le condizioni disumane a cui sono sottoposti i prigionieri: malnutrizione, denudamenti forzati, e l’obbligo di pagare per beni di prima necessità. Le pessime condizioni igieniche favoriscono la diffusione di malattie, mentre molti detenuti restano in attesa di processo, alimentando il problema del sovraffollamento.
L’iniziativa di rilascio è stata promossa dal Ministro della Giustizia, Constant Mutamba, che ha anche distribuito 7.000 materassi ai prigionieri, come parte di una serie di riforme destinate a migliorare le condizioni di vita all’interno del carcere. Mutamba ha sottolineato l’importanza di queste misure per il rispetto della dignità umana e dei diritti dei detenuti. Oltre ai materassi, è in corso la produzione di nuovi letti e la riabilitazione dei padiglioni e del centro sanitario della prigione. Inoltre, è prevista la costruzione di una nuova prigione a Maluku.
Il sovraffollamento e le condizioni disumane della prigione di Makala sono state recentemente messe in luce dal giornalista Stanys Bujakera, che ha vissuto nel carcere per oltre sei mesi, rilasciato nel marzo 2024:
La sua denuncia ha suscitato una vasta indignazione nell’opinione pubblica, spingendo il governo ad agire. In risposta a queste critiche, è stata istituita una commissione per esaminare i fascicoli dei detenuti e determinare chi fosse idoneo per il rilascio condizionale, fino alla recente scarcerazione dei 527 prigionieri, tra cui molte persone detenute senza accuse o in modo irregolare.
L’operazione di decongestionamento è iniziata a marzo con il rilascio di 67 detenuti durante una cerimonia ufficiale, e rappresenta l’inizio di uno sforzo più ampio per affrontare la crisi carceraria nel paese. Tuttavia, nonostante queste iniziative, la prigione di Makala continua a essere un simbolo delle gravi violazioni dei diritti umani che persistono nel sistema giudiziario congolese, mentre la comunità internazionale viene accusata di rimanere indifferente di fronte a queste atrocità.