L’Africa CDC (Centro africano per il controllo e la prevenzione delle malattie) è prossima a dichiarare un’emergenza sanitaria pubblica a causa della crescente diffusione del virus Mpox. Questo virus, che si trasmette attraverso contatti ravvicinati e provoca sintomi simili all’influenza, oltre a lesioni cutanee piene di pus, sta allarmando le autorità sanitarie, specialmente con l’emergere di una nuova variante chiamata Clade Ib. Tale variante, inizialmente concentrata nella Repubblica Democratica del Congo (RDCongo), sta ora diffondendosi anche in altri paesi, come Rwanda, Uganda e Kenya, che in precedenza non erano stati colpiti.
Il direttore generale dell’Africa CDC, Jean Kaseya, ha riferito che i casi segnalati di Mpox in Africa sono aumentati del 79% tra il 2022 e il 2023, e addirittura del 160% tra il 2023 e il 2024, un dato che ha contribuito a sollevare preoccupazioni. Kaseya ha affermato che avrebbe discusso con i responsabili dell’Unione Africana per ottenere l’approvazione necessaria alla dichiarazione di emergenza, prevista per la prossima settimana. Questa misura permetterebbe all’Africa CDC di coordinare in maniera più efficiente le risposte sanitarie a livello transfrontaliero, obbligando i paesi membri a notificare immediatamente i nuovi casi. Inoltre, tale dichiarazione consentirebbe di mobilitare risorse nazionali e internazionali e di accelerare la ricerca e lo sviluppo di vaccini. A tal proposito, Kaseya ha rivelato di aver già avviato colloqui con i dirigenti di BioNTech per aumentare la produzione di vaccini, anticipando la probabile dichiarazione d’emergenza.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha segnalato un aumento senza precedenti di casi di Mpox in Africa durante l’anno in corso. Solo nella RDCongo, si sono registrati oltre 13.000 casi sospetti, con 503 decessi, portando il totale dall’inizio del 2023 a circa 27.000 casi e oltre 1.000 decessi. La diffusione del virus oltre i confini congolesi, con i primi casi registrati in Rwanda, Uganda e Kenya a partire da metà luglio, rappresenta un ulteriore motivo di allarme. L’OMS ha dichiarato che sono necessarie ulteriori analisi per comprendere meglio i modelli di trasmissione del virus, al fine di affinare le strategie di risposta all’epidemia.
Nel frattempo, i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) degli Stati Uniti hanno emesso un secondo avviso sanitario per informare medici e dipartimenti sanitari della presenza di questa nuova variante pericolosa. Il direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha dichiarato l’intenzione di convocare un comitato di emergenza per discutere se l’epidemia in RDCongo debba essere considerata un’emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale.
La situazione è quindi in rapida evoluzione, con le autorità sanitarie africane e internazionali che stanno intensificando gli sforzi per contenere la diffusione del virus e ridurre l’impatto della nuova variante.