Il Regno Unito e la Repubblica Democratica del Congo (RDC) hanno consolidato la loro collaborazione con l’annuncio di importanti investimenti in settori chiave, come dimostrato dalla recente visita di Lord Collins di Highbury, il ministro britannico per l’Africa, nella RDCongo. Questo rafforzamento della partnership è considerato cruciale per entrambe le nazioni.
Il Regno Unito, in collaborazione con DP World, investirà fino a 35 milioni di dollari nello sviluppo del primo porto per container in acque profonde della RDCongo, situato a Banana. Questo progetto è volto a sbloccare ulteriori 1,12 miliardi di dollari in scambi annuali e creare circa 85.000 nuovi posti di lavoro. Il porto sarà un elemento fondamentale per l’economia congolese, offrendo un accesso diretto ai mercati internazionali e facilitando il commercio.
Nel campo della protezione ambientale, il Regno Unito ha stanziato 90 milioni di sterline per sostenere la foresta pluviale del bacino del Congo. Questi fondi saranno destinati al “Programma d’azione per la foresta del bacino del Congo”, con particolare attenzione alla Riserva della biosfera di Yangambi. Il programma non solo mira a preservare le risorse naturali, ma anche a migliorare le condizioni di vita delle comunità locali che vivono intorno alla riserva.
In risposta all’epidemia di Mpox (vaiolo delle scimmie) e ad altre emergenze sanitarie, inoltre, il Regno Unito ha annunciato una nuova collaborazione con l’UNICEF, supportata da finanziamenti mirati a fronteggiare queste crisi. Tale iniziativa avrà un impatto positivo su oltre 4,4 milioni di congolesi e punta a prevenire la diffusione dell’epidemia nei paesi vicini, contribuendo così a migliorare le condizioni sanitarie nella regione.
Lord Collins ha riaffermato il sostegno britannico agli sforzi del presidente Félix Tshisekedi per raggiungere una pace duratura nella regione orientale della RDC, attualmente colpita da conflitti. Il ministro britannico ha accolto con favore l’accordo di cessate il fuoco tra l’esercito della RDC e i gruppi ribelli, specie l’M23, che Kinshasa ritiene sia sostenuto dal Rwanda, esortando le varie parti a rispettarlo per permettere il ritorno in sicurezza delle comunità sfollate.