Il processo per il tentato colpo di stato avvenuto nella Repubblica Democratica del Congo, nella notte tra il 18 e il 19 maggio 2024, si è concluso con la condanna a morte di 37 imputati, tra cui figure di rilievo come Jean-Jacques Wondo, ex consigliere presso l’Agenzia nazionale di intelligence, e Marcel Malanga, figlio di Christian Malanga, il leader del movimento “Nuovo Zaire”. Il tribunale militare della guarnigione di Kinshasa/Gombe ha emesso le sentenze venerdì 13 settembre 2024, concludendo un processo durato tre mesi, iniziato a giugno.
🇨🇩 Verdict du procès « tentative de coup d’État du 19 mai » enfin rendu public : 37 sur 51 prévenus condamnés à la peine capitale .
Après plusieurs séances de procès concernant la tentative de coup d’État ratée du 19 mai dernier, le verdict est tombé : la peine de mort a été… pic.twitter.com/AHEWlXuxDb
— The Voice Of Congo (@VoiceOfCongo) September 13, 2024
Le accuse mosse contro gli imputati erano gravi: terrorismo, tentato omicidio, associazione a delinquere e finanziamento del terrorismo. Secondo l’accusa, il gruppo aveva pianificato di rovesciare il governo con un attacco al Palais de la Nation, sede della Presidenza della Repubblica, dopo aver assaltato la residenza di Vital Kamerhe, allora ministro dell’Economia nazionale. Durante l’attacco, due poliziotti che sorvegliavano l’abitazione di Kamerhe sono stati uccisi.
Oltre a Marcel Malanga, anche tre cittadini americani – Tyler Thompson, Benjamin Zalman-Polun e Taylor Christa Tompson – sono stati condannati a morte. Hanno dichiarato di essere stati costretti a partecipare al tentato colpo di stato sotto minaccia di morte da parte di Christian Malanga. Thompson ha sostenuto in tribunale di essere stato “costretto a portare un’arma” e che era venuto nella RDC per visitare la famiglia di Marcel Malanga. Tuttavia, il tribunale ha rigettato le loro affermazioni e li ha giudicati colpevoli.
Tra i condannati a morte figurano anche un belga, un britannico e un canadese, tutti naturalizzati congolesi. Nonostante le condanne, 14 imputati sono stati assolti per mancanza di prove. Il presidente della corte, Freddy Ehume, ha dichiarato che non avevano alcun legame con gli eventi del 19 maggio, ordinando il loro immediato rilascio. Gli assolti includono Tikimo Gunuma Makulu, Bitumba Simon Héritier, e altri 12 individui.
Il processo si è svolto nel carcere militare di Ndolo, a Kinshasa, sotto una tenda allestita nel cortile. Durante le udienze, il tribunale ha ascoltato testimonianze e dichiarazioni degli imputati, molti dei quali hanno attribuito la responsabilità principale a Christian Malanga, il leader del tentato golpe, che è stato ucciso dalle forze di sicurezza. La corte ha confermato che i condannati hanno ora cinque giorni per presentare appello.
Questo processo si inserisce in un contesto di forte repressione da parte del governo congolese. A marzo 2024, infatti, il governo ha revocato la moratoria sulla pena di morte in vigore dal 2003, nonostante le critiche da parte delle organizzazioni per i diritti umani. La sentenza di morte per 37 persone, tra cui diversi stranieri, segna un punto cruciale nella lotta del governo contro i tentativi di destabilizzazione del paese.