L’organizzazione “Operarori sanitari nel mondo” ha lanciato una petizione per fermare il genocidio nella Rd Congo.
Quasi trent’anni di guerra con circa 20 milioni di morti Non stiamo parlando di persone uccise per colpi d’arma da fuoco, stiamo parlando di veri e propri massacri. Persone disperate per la povertà estrema,
- Bambini orfani abbandonati
- Donne violate e vittime di violenze atroci
- Donne incinte squarciate
- Donne con capezzoli tagliati pur di non far allattare al seno ai propri figli
- Ragazzine stuprate davanti ai loro genitori e ai loro fratellini
- Bambini rapiti per essere arruolati come soldati
Ci sono storie che non si riescono a raccontare
Da decenni continuiamo ad usare la definizione di “Crisi Umanitaria” per raccontare ciò che accade nella Repubblica Democratica del Congo dove
- conflitti armati
- disastri naturali
- focolai di malattie
divengono caratteristiche imprescindibili per la descrizione dello stato delle cose. Nonostante il tasso di povertà del più grande Paese dell’Africa sub-sahariana sia leggermente diminuito negli ultimi due decenni, in particolare nelle zone rurali, la Repubblica Democratica del Congo rimane una delle aree più povere del mondo,oggi attualmente siamo arrivati a 7 milioni di profughi..
Un contesto di crisi aggravato dallo stato politico, dalla guerra e interessi economici del mondo che si proiettano in questa terra.
Una persona su tre nella Repubblica Democratica del Congo soffre di fame acuta, in totale si tratta di 7 milioni su circa 27,3 milioni di persone che vivono in stato di insicurezza alimentare.
Oltre alla fame le malattie hanno la meglio sulla vita di tante persone, sopratutto i bambini
Malaria, colera, HIV..una semplice tosse può far morire un bambino in quanto dimenticato dal mondo.
Tante Organizzazioni hanno già abbandonato questa terra, troppo pericolosa, troppo rischiosa soprattutto quando si tratta di “bianchi”, di “muzungu”.
Ognuno di loro con la propria storia, ognuno di loro merita il riscatto di questa vita.
Vogliamo dare voce al loro silenzio forzato.
Una persona alla volta, una vita alla volta.
Qui il link per firmare la petizione