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Rd Congo, il dittatore Kabila mandante dell’omicidio Chebeya?

Nella Repubblica democratica del Congo a giugno i difensori dei diritti umani si riuniranno a Kinshasa per celebrare la memoria di Floribert Chebeya, brutalmente assassinato da alcuni poliziotti il 2 giugno 2010 insieme al suo autista, Fidèle Bazana.

Chebeya, nato a Bukavu nel 1963, è stato per oltre vent’anni il più importante difensore dei diritti umani e, come fondatore e direttore dell’ONG “Voix des sans voix”, ha spesso duramente attaccato il regime del dittatore Joseph Kabila che, dopo essere stato presidente della Repubblica per 18 anni (2001-2019), attualmente è senatore a vita. A causa delle sue continue denunce, Floribert è stato più volte arrestato dagli uomini di Kabila. Nel 1993 è stato insignito del Reebok Human Rights Award.

Il primo giugno 2010 Chebeya riceve una convocazione da parte del capo della polizia, generale John Numbi, che è preoccupato per la visita che il re del Belgio dovrà fare il 30 giugno, in occasione del cinquantenario dell’indipendenza del Congo. Il generale vuole convincere Chebeya ad evitare forme di protesta durante quella visita, per evitare una brutta figura con il re Alberto.

Nel pomeriggio Floribert, accompagnato dal suo autista Fidèle Bazana, si reca alla sede centrale della polizia di Kinshasa ma, dopo aver atteso a lungo, verso le ore 20 chiama la moglie per dirle che l’incontro con Numbi è stato annullato. Questa è l’ultima volta che sua moglie ascolta la sua voce.

Il giorno dopo, due giugno, nelle prime ore del mattino il suo cadavere viene ritrovato a Mont Ngafula, quartiere della periferia di Kinshasa, nel sedile posteriore della sua auto. All’interno della macchina vi sono dei profilattici usati, uno stimolante sessuale e tracce di una parrucca da donna. Gli assassini hanno cercato di trasformare l’omicidio in un infarto dovuto ad una forte attività sessuale. Il corpo dell’autista, invece, non è mai stato ritrovato.

Robert Ilunga, amico e collega di Chebeya, è pronto a smentire quest’ipotesi, sottolineando che Floribert era un uomo impeccabile dal punto di vista morale e facendo notare che, poiché nessun esame del DNA era stato fatto, i profilattici potevano essere stati usati da chiunque.

Nei giorni successivi, un membro della famiglia, accompagnato da un funzionario dell’Onu, ha la possibilità di vedere il cadavere, il cui collo, però, è avvolto da una fasciatura, molto probabilmente per nascondere i segni dello strangolamento. Philip Alston, investigatore delle Nazioni Unite per i casi di uccisioni extragiudiziali, sommarie e arbitrarie, dichiara che ci sono prove evidente della responsabilità delle autorità congolesi in questo omicidio. Amnesty International e Human Rights Watch chiedono una commissione d’inchiesta internazionale per far luce sugli esecutori e sui mandanti del crimine. Preoccupato per le ripercussioni internazionali, il 5 giugno il presidente Kabila decide di sospendere John Numbi dall’incarico di capo della polizia e ordina che il generale sia messo agli arresti domiciliari.

Il colonello Daniel Mukalayi, responsabile dei servizi segreti della polizia, viene arrestato insieme a sei altri poliziotti, con l’accusa di concorso nell’omicidio di Chebeya. Secondo Radio France International e Agence France Presse, Mukalayi avrebbe confessato di aver commesso il crimine su ordine del generale Numbi; successivamente, però, questa notizia si rivelerà infondata.

Nel giugno 2011, la Corte marziale di Kinshasa condanna quattro persone, tra le quali il colonnello Mukalayi e l’agente Paul Mwilambwe, alla pena di morte e una quinta all’ergastolo. John Numbi, però, viene ascoltato solo come testimone e non viene accusato del crimine. Nel 2014, la Corte d’appello assolve alcuni degli imputati e riduce le pene dei condannati.

Nel giugno 2019 Paul Mwilambwe, che era intanto fuggito in Senegal, afferma, in un’intervista a RFI nella quale mostra per la prima volta il suo volto, di aver visto da una telecamera di sorveglianza alcuni poliziotti, al comando del maggiore Christian Ngoy, uccidere Floribert Chebeya, utilizzando un sacchetto di plastica. Secondo Mwilambwe è stato il generale Numbi a dare l’ordine di uccidere Chebeya, seguendo istruzioni ricevute direttamente da Joseph Kabila. Il poliziotto chiede alle autorità senegalesi d’essere estradato in Congo per poter testimoniare in tribunale.

Perché Chebeya è stato ucciso? Egli aveva scoperto che John Numbi era coinvolto in gravi violazioni dei diritti umani, come i massacri avvenuti nella regione del Basso Congo contro gli esponenti della setta Bundu dia Kongo, e come gli omicidi di sei giornalisti e di tre difensori dei diritti umani. Questi crimini, commessi dagli “squadroni della morte” del maggiore Christian Ngoy, sono stati tutti autorizzati da John Numbi e da Joseph Kabila, all’epoca presidente della Repubblica. È davvero grave che il generale Numbi non solo non sia stato processato, ma sia stato promosso nel 2018 a capo delle forze armate, incarico confermato dal nuovo capo dello Stato, Félix Tshisekedi, presidente della Repubblica dal gennaio 2019.

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