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Rd Congo e Sud Sudan, 107 associazioni scrivono a Papa Francesco

I rappresentanti di 107 enti, associazioni, comitati e gruppi della società civile italiana, molti deiquali presenti nel Paese, rilanciamo l’appello di padre Alex Zanotelli lanciato attraverso la nostra rivista a rompere il silenzio su Congo  e scrivono a Papa Francesco alla vigilia del viaggio apostolico in RDC e Sud Sudan. “Un grido per un popolo che è stato annientato e distrutto in un conflitto che ha avuto i civili, soprattutto donne e bambini, come principale bersaglio” si legge in una nota diffusa durante una conferenza stampa ala Federazione Nazionale della stampa.

“La Repubblica Democratica del Congo è ricca per l’abbondanza delle risorse minerarie che possiede sia sul suolo che nel sottosuolo come: diamanti, oro, cobalto – indispensabile per le batterie delle autovetture elettriche – rame e soprattutto coltan, necessario per qualsiasi strumento elettronico; oltre ai legnami pregiati, alle biodiversità ed auna vastità di terre coltivabili. Una ricchezza che non ha nessun valore se confrontata con l’estrema povertà nel quale vive la popolazione: il 70% dei congolesi vive sotto la soglia di povertà, una persona su tre soffre di fame acuta e l’aspettativa di vita al momento della nascita si aggira intorno a 59 anni per gli uomini e 61 per le donne. Al centro di questi 3 decenni di conflitto vi è il controllo del territorio, soprattutto dell’Est del Paese area dove sono presenti la maggior parte delle risorse minerali, e posta al confine con Burundi, Rwanda e Uganda” si legge ancora nel testo delle 107 organizzazioni firmatarie.
Una guerra senza fine, che ha reso impossibile la visita del Santo Padre nella martoriata città di Goma, capoluogo della provincia del Nord Kivu. A Papa Francesco, in procinto di partire, le 107 associazioni hanno inviato una lettera, con la richiesta che dia voce al grido della popolazione congolese facendo conoscere le sue sofferenze e al tempo stesso denunciando le “cause strutturali” e le responsabilità  politiche ed economiche dell’Occidente, che si appropria impunemente delle risorse naturali, dei mercati e delle risorse umane di questo Paese.
“La sua venuta è stata lungamente attesa dal popolo congolese, di ogni appartenenza religiosa. Perché chi si sente fra i dimenticati della storia, trova un soffio di speranza presso chi gli si fa prossimo. Perché, attraverso di lei, il mondo potrà guardare alla sofferenza senza fine di questo popolo, soprattutto all’est, e mettere in atto strumenti che sanzionino gli aggressori e scoraggino la guerra” chiedono nella lettera a Papa Francesco le 107 associazioni che auspicano la smobilitazione e la smilitarizzazione della Regione del Nord e Sud Kivu: togliendo terreno al Movimento M23 e agli oltre 100 gruppi ribelli presenti nell’area con la realizzazione di un programma concreto di disarmo, smobilitazione e, dove possibile, con la reintegrazione dei combattenti nella società civile.

 

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