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Ospedale Umanitario Pediatrico Internazionale, un progetto per i bambini malati oncologici

Medico del mondo. Nicoletta è cosí. Bisturi, camice, mascherina e cuore per tutti. Da sempre nella carne vivadella gente. A guarire lesioni, sanare ferite, toccare con gli occhi dove carezza fa male. Chirurgo oncologo, pupilla del maestro Umberto Veronesi all’Istituto Nazionale dei Tumori prima e all’IEO poi, la dottoressa Nicoletta Tradati è tra i pochi fidati Fausto Chiesa, Virgilio Sacchini, Filippo De Braud, a cominciare ad avviare in via Ripamonti. Fulgida carriera. Punto fermo nella cura delle patologie tiroidee, grandi successi, casistica guarigioni al top, proiettata in carriera.Direttore dell’Unità di Neoplasie Tiroidee, all’interno della Divisione di Chirurgia di Testa e Collo, dove svolge la sua attività fino al 2013. Gira il mondo, affina tecniche e cova un sogno. È un tarlo di sogno che pungola, avanza e manda in crisi. Quando si spegne la scialitica e toglie i guanti la notte accende i fari sul sogno. Così via via un tormento quotidiano che chiama a decidere cosa fare. A pranzo, in sala mensa, ne parla col suo amico Chiesa direttore della Divisione CervicoFacciale, al coffee break ne parla con colleghi di reparto,ne confida, un giorno sì e l’altro pure ,al professor Veronesi, a sera nella quiete di casa ai familiari, marito e figlia, il senso d’inquietudine per una scelta, già fatta,velata da incerta crisi di coscienza. Restare in IEO o dare gambe al sogno? Aspetta, rinvia, non decide, decide e lascia a metà. Un po’ qui e un po’ dove si fermerà il sogno. Tutti con lei. Il sostegno morale c’è. Part time a Milano. Il resto a dar di corsa e a dar voce. Il tempo è tutto per quel sogno. Un ospedale col meglio della medicina e della chirurgia solo per i bambini del mondo. Quelli,del terzo e del resto del mondo, che non hanno il resto di niente. Neanche l’acqua nel pozzo. Senza soldi e nel piatto cibo a volte. Sarà per tutti quelli che non hanno l’Associazione Ospedale Umanitario Pediatrico Internazionale. Nicoletta l’ha chiamata così AOUPI. E’ il 2008 l’incipit. Fatica a trovare mecenati e benefattori. Nella Repubblica di San Marino finalmente qualcosa accade. S’intravede concreta disponibilità a dar sede all’Ospedale Umanitario Pediatrico. Incontri, presentazioni, verifiche di un progetto avveniristico, unico al mondo. Qualcosa s’inceppa ma non s’incrina. L’idea progettuale è forte. Ha gambe. Va nelle Marche. A Loreto la casa di accoglienza è anche sede operativa di A.O.U.P.I. L’Associazione, è precisato, a carattere internazionale, dedicata all’assistenza e alla cura di bambini di qualsiasi nazionalità, razza e religione”. Senza fini di lucro. Ben chiaro statuto e in carattere sulla home page. Opera sulla scia dei principi universali di fratellanza e uguaglianza nel rispetto dei diritti umani e religiosi di ogni individuo. Nicoletta Tradati, attualmente dedicata al Servizio di Second Opinion di IEO,instancabile tenace donna medico di ferro e di ferri sa che la differenza nella malattia la fa il luogo in cui si nasce. Apre al mondo degli ultimi disperati confortata ed aiutata da mani chirurgiche e bisturi famosi, da medici oncologi e cardiologi, oculisti e altre specialità. “Sono colleghi-dice Nicoletta Tradati-che operano a titolo gratuito per donare ai tanti piccoli disperati dall’Africa e da ogni dove del mondo, l’opportunità di una nuova vita. Sana, liberata, salvata dalla malattia, come deve essere l’infanzia e l’adolescenza di un bambino”. Sul sito dell’A.O.U.P.I.(www.aoupi.it) alcuni dei casi e le storie ferme nel cuore di chi ne ha avuto cura. Una missionsacra chiamata assistenza alla vita. Il nostro principio terapeutico-afferma la Tradati– l’ho imparato dal professor Veronesi grande sostenitore del mio progetto-massima efficacia, minimo trattamento. Il rispetto della dignità della vita-incalza- muove i nostri pensieri e la nostra attività. Tra gli obiettivi del prossimo domanifarne della struttura anche centro internazionale di formazione e training per medici ed infermieri di Paesi in via di sviluppo, accolti-precisa Nicò, come la chiamano i piccoli pazienti africani- a titolo volontaristico e gratuito per maturare  esperienze professionali da portare nei Paesi d’origine. Quelli dell’A.O.U.P.I. sono sempre pronti ad accogliere ed intervenire. Con l’Associazione “Africa chiama” hanno portato in Italia bambini e ragazzi cardiopatici che necessitano di chirurgia. Ricoverati all’Ospedale di San Donato Milanese sono stati operati, con successo, e rientrati a casa guariti. Ogni caso particolare è accolto e seguito con dovizia di umana cura.

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