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Non una di meno anche per le donne ‘nero d’Africa’. La violenza non ha colore

Sono vere. Col trucco. Si mostrano e si nascondono. Sono guardate a vista per far così. Spinte e sospinte a vendersi sennò son calci e pugni da morire. Lividi cuori. Aspettano di vivere. Fanno vivere strappati piaceri e brividi irrefrenabili tra chiaro scuro animale e amori sognati. Forse vissuti, persi o mai trovati. Suggestioni di pelle. Vanti di cose fatte da uomini macho che pagano al soldo rapporti rubati. Scommesse e prove al fuoco di strada. Sensi di colpa per il focolare di casa.Pentimenti, finti sentimenti e risentimenti. Fughe e ritorni. Estasi, pane e morte dell’io… Un groviglio di sussulti, pensieri e suggestioni, di uomini di certa età e colletti sporchi che si arrotolano a vite di donne d’Africa smarrite, perse, su strade e marciapiedi. Africane usate ed abusate in alcove di fortuna, lungo il mare, dentro capanne, dietro cespugli, in motel fuori mano, in alberghetti senza categoria, in grand hotel e camere stellate o su sedili di auto, eleganti e non, con giornali per tende. Tutti sanno nessuno vede i trafficanti al mercato dei corpi. Tutti guardano nessuno ferma stupri, violenze e vendita di donne sole, rapite, nascoste, sfruttate, schiavizzate. Sono donne nero d’Africa. Donne ancora bambine, appena ragazze, nella tratta delle nere vendute come oggetti scuri ed oscuri del desiderio. Sono donne finite nella tratta e avviate alla prostituzione. Un business di camorra e malavita. Nigeriane, sudafricane e nordafricane violate e sporcate. Vilipese,violentate, stuprate, sfruttate e mortificate. Non di rado uccise e nascoste. Vite insabbiate. Ignorate. Dimenticate. Quotidiano di giorni come notti. Notti come fuoco rovente che arde e brucia dignità, sfrutta corpi e spezza vite. La violenza sulla donna è anche questa. Lasciar prostituire donne nero d’Africa e silenziare il fenomeno sempre più crescente. Come se quelle nere fossero bambole e non persone, bamboline e non donne, cose da usa e getta. Una separatezza di bianco e nero che pare insormontabile nella divisione che se ne fa per la donna a seconda. Questa è violenza. Violenza come lo sguardo maschio che denuda. Violenza come quanto di brutto si fa alle donnine di colore, come le chiamano puritani e moralisti di facciata, nelle notti con o senza luna, all’addiaccio o sotto coperta, dietro parvenza d’impeccabile perbenismo e civiltà, in abito blu o in tuta, in calzoni corti o con capelli bianchi, di poveri, meschini, uomini a metà che si dividono tra il calore della moglie, della mamma, della figlia a casa e il gelo della violenza sulle nere…..che nessuno vede, nessuno racconta, e, tantissimi, che spalvadamente ci provano ancora per sentirsi piccoli grandi re di cuori lividi! A loro. Alle nigeriane, a quelle del Corno d,Africa e a tutte le donne nere d’Africa dimenticate su strada qui e lá…. Ai cuori lividi di angherie e soprusi oggi e domani…il miglior posto. Quello riservato, di riguardo. Il posto d’onore.

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